giovedì, 4 Luglio, 2024
Attualità

Morte di un bracciante indiano: un appello alla rabbia e al cambiamento

“Siamo arrabbiati e tristi. La morte di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni, deceduto dopo aver perso il braccio in un’azienda agricola nei pressi di Latina, mentre raccoglieva il fieno, è una ferita profonda che lascia il segno in tutte e tutti noi”. Così, nell’articolo di fondo pubblicato sul proprio sito web, l’associazione “Terra!”, attiva dal 2008 in progetti e campagne sull’ambiente e l’agricoltura ecologica, esprime la sua profonda indignazione e tristezza.

Satnam, che lavorava nel taglio del fieno, ha perso un braccio tranciato dal macchinario. Mercoledì pomeriggio, dopo l’incidente, Satnam è mancato. L’editoriale di “Terra!” denuncia il fatto che il datore di lavoro, invece di soccorrerlo, lo ha abbandonato come “un sacco di rifiuti”, un gesto che l’associazione definisce “la vergogna della sopraffazione”.

Sfruttamento e caporalato

Fabio Ciconte, direttore di “Terra!”, sottolinea che l’associazione ha sempre denunciato le nuove forme di sfruttamento, sia al Sud che al Nord del Paese, trovando situazioni di sfruttamento e caporalato ovunque hanno indagato. Di fronte alla morte di Satnam, giunto in Italia come tanti altri lavoratori indiani, Ciconte esprime “tantissima rabbia” per aver spesso e a voce alta affermato che lo sfruttamento esiste e ha molte facce.
“Terra!” parla di uno sfruttamento che si annida laddove c’è spazio, lasciato dalle istituzioni e dalla nostra disumanità e indifferenza. Ciconte conclude con un appello a tornare in piazza per riappropriarsi dello spazio che è stato tolto, ispirandosi alle rivolte di Rosarno, Nardò e Latina, per portare un vero cambiamento.

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