mercoledì, 26 Giugno, 2024
Politica

Flussi elettorali. Per l’Istituto Cattaneo: al Sud i movimenti più importanti

Il M5S ha perso soprattutto verso l’astensione. FdI e Pd con “elettori stabili”

L’Istituto Cattaneo, come sempre, analizza i risultati elettori. Le ultime elezioni europee, per i ricercatori di Bologna, mostrano che “in primo luogo, le elezioni europee sono vissute, in Italia e altrove, da gran parte degli elettori come elezioni di second’ordine” rispetto alle politiche nazionali e servono a misurare il gradimento delle leadership di partito. In secondo luogo, gli analisti, Matteo Bianchi, Salvatore Vassallo e Rinaldo Vignati, hanno scelto di prendere come punto di partenza le Politiche del 2022 deriva dal fatto che le precedenti Europee (2019) si sono svolte sulla base di equilibri già radicalmente mutati, soprattutto per quanto riguarda i rapporti di forza tra i partiti della coalizione di centro-destra.

Il Mezzogiorno è decisivo

La stima dei flussi segnala come la drastica caduta del M5S (dal 15,4 al 10%) sia dovuta soprattutto alla perdita di consensi nelle regioni meridionali e nelle Isole, dove quasi si dimezzano. Al contrario, il piccolo incremento nelle percentuali di voto registrato dalla Lega e da FI+Moderati è stato prodotto proprio al Sud e nelle Isole. Al Nord la Lega ha visto addirittura ridursi le sue percentuali di voto. Mentre il successo di FI è largamente concentrato in Sicilia, dove arriva al 24% dei consensi, grazie all’apporto di vari candidati forti, provenienti da diverse traiettorie politiche. Anche i due tronconi in cui si è divisa l’area che nel Parlamento europeo sarebbe confluita nel gruppo liberale di Renew Europe (Azione, Italia Viva, +Europa) hanno attenuato la sconfitta grazie ai risultati positivi registrati in Campania e Basilicata. La crescita di AVS, PD e FDI, è invece il prodotto di una tendenza abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale.

Ridotta la frammentazione

Nel complesso, si è ridotta la frammentazione, sia nel senso che si è ridotto il numero e il rilievo delle liste minori (disincentivate dalla soglia di sbarramento), sia nel senso che i due maggiori partiti sono entrambi cresciuti. Per capire meglio quali movimenti elettorali hanno prodotto questi risultati gli analisti del Cattaneo stimato i flussi di voto per 16 tra le maggiori città italiane (dove, però, i partiti di sinistra hanno un maggiore consenso), distribuite tra le varie aree del paese. Queste stime consentono di mostrare, in primo luogo, dove sono andati i voti degli elettori che nel 2022 avevano votato per il M5S, il partito che ha perso di più. Al contrario di quanto è stato ipotizzato sulla base di letture dei dati aggregati, i voti del M5S non sono stati assorbiti, se non in misura limitata, dal PD. Sono invece rifluiti in larga parte verso l’astensione. Una notevole eccezione riguarda il comune di Bari, caso nel quale invece, con tutta probabilità grazie alla forza attrattiva esercitata dal sindaco uscente, Antonio Decaro, campione assoluto di preferenze nel PD, una quota considerevole di ex elettori Cinque Stelle (circa il 67%) ha votato per il partito oggi guidato da Elly Schlein.

Elettori “stabili”

La stima dei flussi ci consente di mostrare, in secondo luogo, da dove sono arrivati i voti che hanno decretato il limitato ma politicamente significativo successo di FDI e del Partito Democratico. In entrambi i casi, come era prevedibile, la parte predominante dei consensi deriva da elettori stabili, che avevano già votato per FDI e per il PD nel 2022. Notiamo tuttavia in questa elezione una quota superiore a quelle normalmente registrate in passato di flussi incrociati e di apporti provenienti da diversi affluenti. Con maggiore regolarità, troviamo flussi da FI e Lega verso FDI, così come da M5S e AVS verso il PD. Entrambi i partiti maggiori, inoltre, ma soprattutto FDI, prendono dall’area del mai nato Terzo polo, logorato dalle sue divisioni interne.

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