venerdì, 21 Giugno, 2024
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Anci e Confedilizia: bene il decreto “salva casa”, ma con correttivi

“In linea generale, e a sostegno di un miglioramento del provvedimento in sede di conversione, occorre introdurre correttivi finalizzati ad un maggior raccordo della nuova disciplina, soprattutto per quel che riguarda il nuovo regime sanzionatorio. Esigenza legata al venire meno della cosiddetta doppia conformità. Serve poi un riallineamento con il codice dei beni culturali per evitare effetti distorsivi e contrari alla ratio legis di alcune nuove norme introdotte dallo stesso provvedimento”. Lo ha detto la vice sindaca e assessora all’urbanistica di Napoli, Laura Lieto, sentita sul decreto Casa dalla Commissione Ambiente della Camera. In rappresentanza dell’Anci, insieme alla vicesindaca di Napoli, sono intervenuti l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino, Paolo Mazzoleni e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi.

I correttivi Anci

Sui mutamenti di destinazione d’uso Lieto ha osservato “che occorrono invece correttivi che salvaguardino il potere/dovere degli strumenti urbanistici comunali di dettare, motivatamente, anche ‘limitazioni’, e non solo mere ‘condizioni’, ai mutamenti della destinazione d’uso degli immobili, con o senza opere. I rappresentanti dell’Anci hanno anche sottolineato l’esigenza “di lavorare ad una nuova modulistica che si rende tanto più necessaria in quanto il decreto è già in vigore e gli uffici comunali sono in grande difficoltà rispetto alla modulistica finora utilizzata”. Per Anci, che ha presentato in commissione un documento, occorre anche intervenire sul tema degli interventi edilizi di ristrutturazione edilizia e più in generale delle definizioni degli interventi edilizi di cui all’art. 3 del DPR 380/01 che hanno subito negli ultimi decenni un’evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale cui occorre dare chiarezza normativa. Nello stesso modo si pone l’urgenza di definizione dei titoli legittimanti i piani attuativi / intervento diretto nei casi riconducibili all’art. 41 quinquies della legge 1150/42.

Confedilizia: misure utili

Il decreto, ha precisato il Ministero delle Infrastrutture, non è un condono edilizio. Ad essere audita in Commissione Ambiente della Camera anche Confedilizia, la Confederazione della proprietà edilizia che ha espresso apprezzamento per le misure introdotte, chiedendo in integrarle e ampliarle. Il provvedimento punta a sanare piccole irregolarità presenti nelle abitazioni degli italiani e a sbloccare alcune situazioni che rendono difficoltosa la compravendita. Secondo la Confedilizia, le misure previste dal decreto Salva Casa saranno utili ai proprietari di casa e al mercato immobiliare.

Gli aggiustamenti richiesti

Confedilizia ha avanzato precise richieste emendative: intervenire sulla nuova disciplina delle tolleranze costruttive ed esecutive espungendo dal testo la prevista limitazione temporale (24 maggio 2024), in quanto “ingiustificata e foriera di disparità di trattamento”; superare in modo definitivo, per quanto attiene a tutte le fattispecie di accertamento di conformità, il requisito della doppia conformità; rendere sanabili gli interventi conformi anche alla sola disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda di sanatoria, ciò onde evitare il paradosso di dover demolire quanto è, invece, realizzabile secondo la vigente normativa. Inoltre per quanto concerne la disciplina dei cambi d’uso senza opere, nell’ottica di una maggiore semplificazione, Confedilizia chiede di introdurre l’espressa previsione che la possibilità, sempre ammessa, dei cambi d’uso senza opere costituisca principio fondamentale dell’ordinamento, operante, quindi, anche in deroga ad eventuali prescrizioni e limitazioni degli strumenti urbanistici comunali; per quanto riguarda le varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima dell’entrata in vigore della legge n. 10 del 1977, prevedere che questi interventi non costituiscano violazioni edilizie e siano dichiarati dal tecnico abilitato, ai fini dell’attestazione dello stato legittimo degli immobili, nella relativa modulistica ovvero con apposita dichiarazione asseverata, allegata agli atti aventi per oggetto trasferimento o costituzione di diritti reali. Infine prevedere la stessa attestazione, da parte di un tecnico abilitato, ai fini del riconoscimento dello stato legittimo di un immobile senza necessità, quindi, di un procedimento idoneo a verificare l’esistenza di un titolo abilitativo, così come invece disposto dal decreto “Salva Casa”.

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