martedì, 19 Novembre, 2024
Esteri

Conferenza di pace in Svizzera. Zelensky: “Una possibilità alla diplomazia”

Cina: Russia e Ucraina si incontrino a metà strada. Tajani: zona franca attorno a Zaporizhzhia

Guerra mediatica spietata sulle trattative da avviare per fermare la guerra russo-ucraina. Nel primo giorno della Conferenza di pace in Svizzera la Cina, che non ha voluto partecipare agli incontri di Lucerna, invita i Paesi in conflitto “a incontrarsi a metà strada” e “ad avviare tempestivamente i colloqui di pace per raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra”. Il giorno prima il Presidente russo Vladimir Putin aveva tenuto una conferenza stampa fiume per arrivare a proporre il cessate il fuoco a patto che l’Ucraina accetti la perdita del territorio occupato dalle truppe russe e decida per la “neutralità” non aderendo alla Nato. Geng Shuang, diplomatico cinese all’Onu, alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affermato che “la posizione della Cina sulla questione ucraina è coerente e chiara” e che continuerà “a mantenere una stretta comunicazione con tutte le parti”. “Le armi possono porre fine a una guerra, ma non possono portare a una pace duratura.”

La Conferenza di pace

In Svizzera, il Presidente degli Stati Uniti, Biden, che era in Italia per il G7, ha deciso di non andarci. A Lucerna c’è la Vice Presidente Harris, e ci sono più sherpa che capi di Stato e il peso geopolitico è un po’ ridotto. Gli elvetici lo sapevano tanto che Ignazio Cassis, Presidente della Confederazione, ha ripetuto più volte: “non c’è niente di più incerto di una conferenza di pace”. L’evento, spiegano le autorità elvetiche, contribuisce comunque a sostenere i colloqui “per una maggiore sicurezza e stabilità in Europa e nel mondo”. Nel resort del Canton Nidvaldo, comunque, si tenta una strada per la pace. Il Presidente Zelensky parla di apertura del dialogo: “qui diamo una possibilità alla diplomazia. Tutti i continenti sono rappresentati e anche se alcuni leader non sono presenti abbiamo già avuto successo nel creare l’idea che una pace giusta possa esistere.” “Speriamo – ha aggiunto – che la pace arrivi il prima possibile”. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di ritorno dal G7 in Puglia, ha detto che “il congelamento del conflitto, con le truppe straniere che occupano il territorio ucraino, non è la risposta.” La Presidente in scadenza della Commissione vuole “una pace che ripristini i confini e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Per la vice Presidente americana, Kamala Harris, è “cruciale che venga rispettato il diritto internazionale” e ha definito quella di Putin “una proposta di resa”. Il leader russo, ha detto la vice di Joe Biden, “deve convincersi che non può vincere la guerra.” Infine il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito che l’Italia non è in guerra con la Russia, ma continua ad aiutare l’Ucraina e ha chiesto di “creare una zona franca” attorno alla centrale di Zaporizhzhia.

La Germania contro le sanzioni?

E la pace passa anche attraverso atti concreti che non siano ostili come quello della Germania che ha deciso di opporsi alle sanzioni sul gas russo. La webzine “Politico” ha rivelato che l’Unione Europea non riesce a trovare un accordo su nuove misure contro il settore del gas naturale liquefatto della Russia, a causa dell’opposizione della Germania. Il punto cruciale del pacchetto era il divieto per i Paesi di riesportare il Gnl russo dai porti dell’UE e di finanziare i terminali di Gnl previsti nell’Artico e nel Baltico. “I Paesi dell’UE erano vicini a un accordo, ma i colloqui si sono arenati all’ultimo minuto”. Berlino – si legge su Politico – era preoccupata per l’ampliamento di una misura che avrebbe obbligato le aziende dell’UE a garantire che i loro clienti non vendessero a Mosca i prodotti sanzionati. La Germania teme che le sue piccole imprese avrebbero sofferto se questa clausola fosse stata estesa a prodotti più civili, come i prodotti chimici o i macchinari per la lavorazione dei metalli. Il Cancelliere Scholz ha però precisato, se non proprio smentito, la notizia: “non stiamo bloccando le sanzioni – ha detto – come per tutti gli altri pacchetti stiamo lavorando intensamente con tutti gli altri e vogliamo garantire che tutto venga gestito nel modo più pragmatico possibile”.

Al fronte attacchi reciproci

Per la guerra, invece, da registrate un attacco ucraino con circa 70 droni alla base aerea nella città russa di Morozovsk, a circa 170 chilometri dal confine tra Russia e Ucraina. Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence del Ministero della difesa ucraino ha riferito che gli obiettivi dell’attacco si trovavano a circa 270 chilometri dall’attuale linea del fronte dove le truppe ucraine si difendono dall’invasione russa. La base aerea di Morozovsk è una delle strutture più importanti dell’esercito russo nella regione, secondo la stampa ucraina, che la descrive come la sede di un reggimento dell’aviazione equipaggiato con decine di cacciabombardieri. Lo stato maggiore ucraino ha anche reso noto che i combattimenti continuano in direzione Pokrovsky nel Donetsk. Mentre le forze russe hanno nuovamente attaccato la regione di Zaporizhzhia con dieci insediamenti finiti sotto il fuoco.

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