domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Berlinguer a 40 anni dalla morte

Tutta l'Italia rende omaggio al segretario del Pci scomparso l'11 giugno del 1984

Diversi eventi e dichiarazioni ieri in tutta Italia, dal Presidente della Repubblica al comune di Sassari, dai social all’aula del Senato, in onore del segretario nazionale del Pci Enrico Berlinguer, morto l’11 giugno di quaranta anni fa.

La mattinata

La giornata è cominciata alle 9 con il Pd che ha reso omaggio al leader comunista sulla sua tomba al cimitero Flaminio. Dopo l’omaggio, Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, ha scritto su X: “Berlinguer, 40 anni dopo. Ancora oggi attuale il suo sguardo al futuro, la sua idea di Europa e di giustizia sociale. Ci ha lasciato pensieri lunghi che vogliamo onorare ogni giorno “casa per casa, strada per strada”. Omaggio a cui si è unita la vicepresidente della Camera, Anna Ascani, sempre su X: “La politica come missione, azione di tanti accomunati dall’ansia di giustizia. Leader vero, autorevole, amato. Un grande italiano e un grande europeo”.

In una nota il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato: “Berlinguer è stato leader del movimento comunista italiano in un decennio particolarmente difficile che lo vide impegnato a difendere la Costituzione e la vita democratica da attacchi eversivi e dagli assalti del terrorismo. L’assillo della pace e della cooperazione internazionale lo condusse a proporre percorsi e scelte sempre più autonomi, nell’interesse del popolo. Il suo contributo, ideale e culturale, ha concorso ad associare i lavoratori che si riconoscevano nel PCI a quel cammino di integrazione europea che l’Italia è stata capace di percorrere da protagonista”.

Contemporaneamente a Sassari c’è stata una cerimonia di deposizione di una corona in corrispondenza della casa natale del leader in viale Dante, che il deputato Pd Silvio Lai ha commentato: “Enrico Berlinguer ha lasciato un segno profondo nella storia democratica del nostro Paese e il suo ricordo vive ancora oggi nella memoria collettiva”. “Per noi sardi vi sono molti motivi in più per ricordarlo” ha aggiunto. “Rimarrà per sempre il suo esempio perché ci ha consegnata una idea nobile della politica lontana dagli interessi personali e dalle convenienze, capace però di guardare sempre agli interessi collettivi, con coraggio e determinazione”.

L’Assemblea Capitolina gli ha dedicato, su richiesta del capogruppo di Roma futura in Campidoglio Giovanni Caudo, un minuto di silenzio “per rendere omaggio alla statura morale e alla postura di Enrico Berlinguer, al suo modo di fare politica che ancora oggi è un esempio. – spiega Caudo – Un ricordo vivo, necessario ancora di più oggi che le parole della politica si radicalizzano e assumono colorature che preoccupano”.

Nel frattempo, la mostra ‘I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer’, che nei mesi scorsi a Roma ha registrato oltre 70mila visitatori, tra cui molti giovani, è stata aperta al pubblico bolognese nelle sale del Museo Civico Archeologico. Presente il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ricorda “Una figura importante per la Repubblica italiana, decisiva nella storia del nostro Paese e nella politica contemporanea.” In questa tappa bolognese, la mostra si arricchisce di una sezione dedicata al rapporto privilegiato che Enrico Berlinguer intrattenne con l’Emilia-Romagna.

Verso le 10.30 la pagina Facebook della Camera dei Deputati ha pubblicato le prime pagine dei principali quotidiani il giorno dopo la scomparsa del leader comunista, con un post che ne celebra le più importanti conquiste: “L’11 giugno 1984 muore a Padova Enrico Berlinguer, colpito pochi giorni prima da un’emorragia cerebrale durante un comizio per le elezioni europee. Segretario del Partito comunista italiano dal 1972, è stato deputato dal 1968 fino alla morte in cinque legislature consecutive. Promotore dell’idea di un ‘compromesso storico’ con la Democrazia Cristiana, durante la sua segreteria guidò il partito verso il progressivo distacco dall’URSS. Sotto la sua guida, nelle elezioni politiche 1976, il PCI ottenne il suo miglior risultato elettorale (34,4%), insidiando per la prima volta lo storico primato della DC (38,7%)”.

Commemorazione bipartisan in Aula alla Camera e al Senato

A partire dalle 14.20 la Camera ha celebrato il segretario del Pci con una cerimonia aperta da un ricordo del presidente Lorenzo Fontana seguita da un lungo applauso, in piedi, di tutti i deputati. “In un periodo storico molto difficile per l’Italia, scossa dal terrorismo e dalla crisi economica – ha dichiarato la terza carica dello Stato – l’onorevole Berlinguer comprese la necessità di inaugurare una nuova stagione politica. Un rinnovamento profondo, fondato sul dialogo e la reciproca comprensione, sempre nel rispetto del pluralismo ideologico. Egli prospettò un grande ‘compromesso storico’ fra tutte le forze democratiche chiamate a collaborare in uno spirito di solidarietà, per dare concreta risposta ai problemi del Paese. In questo contesto, il suo progetto rappresentò il primo passo verso una nuova stagione del sistema politico italiano”. “Berlinguer va ricordato anche, conclude Fontana, per la sua visione legata all’evoluzione della Comunità europea che affidava ai popoli la possibilità di elaborare politiche comuni e sovrannazionali per meglio tutelare gli interessi dei rispettivi Paesi”.

Poi ad uno ad uno tutti i partiti, a cominciare da Cuperlo (Pd) fino ad Amorese (FdI), passando per Lupi (Noi Moderati), hanno reso omaggio al grande leader comunista.

“Si conoscono bene solo gli uomini che non sono niente di diverso da quello che appaiono”. Ha dichiarato Gianni Cuperlo, citando le parole di Mario Tronti. Al suo fianco la segretaria del Pd Elly Schlein. “Sono passati quarant’anni dal più grande funerale di massa nella storia di questo Paese. Quarant’anni, eppure, la figura di Berlinguer appare agli occhi di tante e di tanti come un esempio vivo”. Al termine del suo discorso, il gruppo dem è scattato di nuovo in piedi in una vera e propria standing ovation.

“Correttezza, responsabilità e alto senso di moralitàsono state alla base della sua scelta più importante: la collocazione internazionale dell’Italia a favore della Nato”, ha detto il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi.

“Raccolse grandi consensi attorno alla sua figura, raggiungendo ottimi risultati elettorali” ha commentato D’Alessio, deputato di Azione, aggiungendo che Berlinguer “rappresentava rigore e umanità, compostezza ed empatia. Una persona perbene nella definizione di chiunque lo abbia conosciuto. Parlava poco, ma è stato uno di quei politici che manteneva le promesse. Era un uomo che sosteneva con forza l’idea dell’etica nella politica”.

È poi il turno del deputato M5s Riccardo Ricciardi: “In Italia quando si parla di fascismo si ricordano le rappresaglie, le leggi razziali e la Decima Mas. Quando si parla di comunismo si parla di Berlinguer”.

“Giorgio Almirante” ha ricordato Alessandro Amorese, deputato Fdi, “si mise in fila come un semplice cittadino alla camera ardente a Botteghe Oscure. Qualcuno lo riconobbe, qualcuno era anche un po’ sorpreso”, a riprova “di quel grande rispetto, di quella grande volontà di conoscenza, di essere curiosi della storia degli altri”.

In Senato, il presidente Ignazio la Russa ha aperto la seduta ricordando: “È famosa la sua frase ‘mi sento più tutelato sotto l’ombrello della Nato”. “C’è stata persino una standing ovation nella sede meno prevedibile, da parte di quelli più lontani politicamente dalla sua storia politica”, ha sottolineato con riferimento alla conferenza programmatica di Fdi a Pescara dello scorso fine aprile. Questo aiuta a immaginare – ha concluso – “che si possono contrastare le idee, ma bisogna sempre riconoscere la natura degli uomini che valgono e il cui ricordo rimane”. Parole seguite dall’invito all’Aula di osservare alcuni istanti di silenzio.

Dopo il presidente, il primo a parlare in Senato è statoFrancesco Verducci (Pd): grazie a Berlinguer, sottolinea, la parola ‘comunista’ in Italia “ha un valore alto e unico”. A prendere la parola anche il senatore del gruppo Misto, Tino Magni, che ha ricordato “come a fronte del Golpe in Cile, affrontò la questione del compromesso storico, ritenendo che fosse necessario una grande alleanza, tra comunisti, cattolici e socialisti”.

Sebbene la presidente Meloni non abbia detto nulla per l’anniversario di ieri, va ricordato il suo apprezzamento per gli applausi di FdI alla conferenza di aprile, oltre che la sua visita a sorpresa alla mostra su Berlinguer lo scorso febbraio a Roma.

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