“L’immenso tesoro di cultura e di storia adagiato sui colli di Roma è l’onore e l’onere della sua cittadinanza e dei suoi governanti, e attende di essere adeguatamente valorizzato e rispettato”. Lo ha detto Papa Bergoglio in occasione della sua visita in Campidoglio ieri mattina, dopo 5 anni, accolto alle 8,30 dal sindaco Roberto Gualtieri e dagli squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano. Ha fatto il suo ingresso attraverso la Porta delle Lance nel Tabularium, affacciandosi insieme al primo cittadino, come da protocollo, sul Foro Romano. Ha poiraggiunto lo studio di Gualtieri per un colloquio privato durato oltre venti minuti. Ha poi firmato il “Libro d’Oro” del Comune di Roma nella Sala delle Bandiere, prima di recarsi nell’Aula Giulio Cesare per il discorso.
“Continui Roma a manifestare il suo volto, volto accogliente, ospitale, generoso, nobile” Ha continuato il Pontefice: “L’enorme afflusso nell’Urbe di pellegrini, turisti e migranti, con tutto ciò che significa in termini di organizzazione, potrebbe essere visto come un aggravio, un peso che frena e intralcia lo scorrere normale delle cose. In realtà, tutto questo è Roma, la sua specificità, unica al mondo, il suo onore, la sua grande attrattiva e la sua responsabilità verso l’Italia, verso la Chiesa, verso la famiglia umana. Ogni suo problema è il ‘rovescio’ della sua grandezza e, da fattore di crisi, può diventare opportunità di sviluppo: civile, sociale, economico, culturale”. “Rinasca in ciascuno la consapevolezza del valore di Roma, del simbolo che essa rappresenta in tutti i continenti e si confermi, anzi cresca la reciproca fattiva collaborazione tra tutti i poteri che vi risiedono, per un’azione corale e costante, che la renda ancora più degna del ruolo che il destino, o meglio la Provvidenza, le ha riservato”.
Una Porta Santa in Carcere
“Per questo – ha aggiunto Francesco dando un annuncio inaspettato – ho deciso di aprire una Porta Santa in un carcere”. Iniziativa di alto valore simbolico specie se considerato che in occasione del giubileo straordinario del 2015 una porta santa fu aperta a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Oggi la periferia che viene accolta è quella esistenziale degli esclusi e dei reietti più vicini al cuore del mondo cattolico, a riconoscimento che le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi sono “i più veritieri testimoni” di un autentico spirito di inclusione, di “incontro tra il centro e le periferie”. “L’autorità è pienamente tale quando si pone al servizio di tutti, quando usa il suo legittimo potere per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e, in modo particolare, dei più deboli, degli ultimi”. Infatti, come a confermare l’intenzione di inclusione che caratterizza questo Giubileo 2025, Francesco ha firmato il Libro d’oro non in quanto Pontefice Massimo, ma nella sua veste, più vicina e accessibile, di Vescovo titolare della diocesi di Roma.
A conclusione del discorso, il Sindaco ha donato al Papa una medaglia d’argento a ricordo della visita e un documento di istituzione di alcune iniziative a carattere sociale. Il Pontefice ha ricambiato con un mosaico raffigurante l’Arco di Tito donato al Comune di Roma, un trittico di medaglie per il Primo cittadino e per gli assessori e i consiglieri, che il Papa ha salutato individualmente, delle medaglie commemorative e la Bolla di indizione del Giubileo. Infine, Bergoglio e Gualtieri si sono affacciati insieme dalla Loggia del Palazzo Senatorio per il saluto ai cittadini romani convenuti sulla Piazza del Campidoglio. Poi, al Portico del Vignola il Santo Padre si è congedato, salutato dagli squilli di tromba dei Fedeli di Vitorchiano, per fare ritorno in Vaticano.
Gualtieri: Opere materiali e valori etici per Roma
“Il Giubileo, ne sono certo, farà Roma migliore – ha commentato il primo cittadino. “La dimensione universale di Roma rappresenta una straordinaria ricchezza per la città, poiché ci stimola a un confronto globale sulle migliori soluzioni per garantire un futuro prospero e sereno alle nuove generazioni. È con questo spirito che, in piena e fattiva collaborazione con il Governo e con la Santa Sede, stiamo interpretando la grande sfida del Giubileo del 2025, che porterà a Roma tanti pellegrini e ospiti da tutto il mondo, mostrandola ancora una volta come Communis Patria, come città fraterna e universale. Siamo convinti, infatti, che il grande evento spirituale rappresenti una straordinaria occasione per rilanciare le due dimensioni della nostra città: per intervenire sul corpo di Roma, renderla più vivibile, sostenibile e coesa, e insieme per proiettarla nel mondo come punto di riferimento sulle grandi missioni di questa epoca. Vogliamo che il Giubileo della speranza lasci a Roma un’eredità non solo di opere materiali, ma anche un patrimonio di valori etici e sociali da offrire all’umanità”.