A seguito dell’incidente in elicottero che ha causato la morte del presidente Ebrahim Raisi, il Consiglio dei Guardiani dell’Iran ha approvato, domenica, il presidente del parlamento e altri cinque candidati per le elezioni presidenziali del 28 giugno. Nuovamente escluso l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, noto per le sue idee negazioniste sull’ Olocausto e per la repressione delle proteste del Movimento Verde che seguì alla sua rielezione nel 2009. Questa decisione segna l’inizio di una campagna elettorale di due settimane. Il Consiglio dei Guardiani continua a escludere le donne e coloro che chiedono cambiamenti radicali nella governance. La campagna comprenderà dibattiti televisivi e pubblicità sui cartelloni. Sebbene nessun candidato abbia fornito dettagli specifici, tutti hanno promesso un miglioramento della situazione economica, nonostante le sanzioni statunitensi sul programma nucleare iraniano. La decisione finale su queste questioni spetta a Khamenei. Il candidato principale è Mohammed Bagher Qalibaf, 62 anni, ex sindaco di Teheran e ex generale della Guardia rivoluzionaria, noto per la repressione degli studenti nel 1999 e 2003. Qalibaf ha tentato senza successo la presidenza nel 2005 e nel 2013, ritirandosi nel 2017 per sostenere Raisi che aveva vinto, nel 2021, con la più bassa affluenza di sempre. Khamenei ha recentemente elogiato le qualità di Qalibaf, ma il suo ruolo nelle repressioni potrebbe essere visto negativamente dopo anni di disordini economici e sociali in Iran. Tra gli altri candidati figurano Saeed Jalili, ex negoziatore nucleare, e Ali Reza Zakani, sindaco di Teheran, entrambi ritirati nel 2021 per sostenere Raisi. Mostafa Pourmohammadi, ex ministro della giustizia, Amirhossein Ghazizadeh Hashemi, vicepresidente di Raisi, e Masoud Pezeshkian, unico candidato riformista, completano la lista.