Leonard Peltier, attivista nativo americano e prigioniero federale, continua a proclamare la propria innocenza per gli omicidi di due agenti dell’FBI avvenuti quasi 50 anni fa. Lunedì affronterà la sua prima udienza per la libertà condizionale in 15 anni. L’avvocato di Peltier, Kevin Sharp, ha affermato che il suo cliente, 79 anni, è “di buon umore” in vista dell’udienza presso il Federal Correctional Complex Coleman in Florida. Tra coloro che ne hanno chiesto il rilascio, Papa Francesco, il Dalai Lama, Nelson Mandela e Desmond Tutu. Sharp sottolinea che l’età avanzata di Peltier, il suo comportamento non violento in prigione e le sue condizioni di salute peggiorate dovrebbero essere considerati nella decisione sulla libertà condizionale. Durante l’udienza per la libertà condizionale del 2009, un funzionario dell’FBI ha sostenuto che il tempo non ha attenuato “la brutalità dei crimini” e che Peltier ha distorto i fatti.
L’opposizione
Il direttore dell’Fbi, Christopher Wray, ha dichiarato che l’agenzia “rimane ferma” nella sua opposizione al rilascio di Peltier, citando i suoi appelli respinti e la sua fuga da una prigione nel 1979. Il 26 giugno 1975, gli agenti dell’FBI Jack Coler e Ron Williams si trovavano nella riserva di Pine Ridge per arrestare un uomo su mandato federale. Entrambi furono uccisi da colpi sparati a distanza ravvicinata. Peltier, membro della Turtle Mountain Band degli indiani Chippewa e attivista dell’American Indian Movement, è stato identificato come l’unica persona con un’arma capace di sparare i proiettili che uccisero gli agenti. Tuttavia, lo scontro a fuoco coinvolse decine di persone e due coimputati furono assolti. Durante il processo di Peltier nel 1977, non fu presentato alcun testimone che potesse identificarlo come l’assassino. Inoltre, il governo federale nascose un rapporto balistico che indicava che i proiettili mortali non provenivano dalla sua arma. Nonostante ciò, l’FBI ha sostenuto che la sua condanna è stata “giusta”.