Il gruppo di Italofonia.it difende il plurilinguismo europeo, ma sottolinea come una recente ricerca dimostri che i siti della Corte di giustizia dell’Unione europea, Consiglio dell’Unione europea/Consiglio europeo (sito condiviso), Corte dei conti europea, e Parlamento europeo “sono effettivamente pienamente e quasi pienamente plurilingui per quando riguarda i documenti detti “fondamentali” e “primari”, mentre lo stesso non si può dire del sito della Commissione europea e della Banca Centrale europea, in cui la maggioranza dei contenuti è disponibile solo in lingua inglese: una lingua parlata come lingua materna da appena il 2% circa della popolazione dei 27 Stati membri.”
Democrazia: capire la lingua
Italofonia chiede un impegno generale per una maggiore “giustizia linguistica.” “La trasparenza e l’accessibilità” – si legge in un intervento di Michele Gazzola, docente alla Ulster University – “possono essere garantite solo se i cittadini sono messi nella condizione di capire la lingua nella quale sono scritti i documenti della UE e di seguire i dibattiti a livello europeo. Il plurilinguismo istituzionale ha quindi una immediata rilevanza e importanza democratica”.
Gli europei non sanno l’inglese
Contrariamente a un luogo comune diffuso, spiega il docente, “la maggior parte degli europei non sa l’inglese, e fra chi lo sa, pochi possono dire di conoscerlo a un livello avanzato, ovvero un livello necessario per informarsi su temi complessi e partecipare a un dibattito politico transnazionale. Si tratta di un livello di competenza molto diverso da quello che basta per chiedere informazioni stradali o prenotare una camera d’albergo. Il 21 maggio scorso la Commissione europea ha pubblicato i risultati della più recente indagine Eurobarometro sulle competenze linguistiche degli europei. I risultati mostrano che a livello europeo, solo il 47% delle persone dichiara di conoscere l’inglese come lingua straniera a un livello sufficiente per avere una conversazione”-
Più il tedesco dell’inglese
Fra chi dichiara di essere in grado di avere una conversazione in inglese, solo il 27% dichiara di avere un livello molto buono, cioè il livello di fatto necessario per comprendere testi e discorsi complessi come quelli che si producono a Bruxelles (il 43% dichiara un livello solo “buono”, mentre un altro 27% un livello “elementare”; il resto non sa valutare). Ne consegue che soltanto un quarto circa di quel 47% che dichiara di conoscere l’inglese è veramente in grado di muoversi senza eccessivi sforzi in questa lingua. Fatti i debiti calcoli, ne emerge che poco meno del 13% degli europei parla molto bene inglese. Sommando i locutori nativi, che come detto sono il 2% circa degli europei, si arriva a un totale del 15%. “Detto in altri termini – commenta Gazzola – quando le istituzioni europee decidono di usare solo l’inglese nella loro comunicazione, in pratica, si rendono pienamente accessibili solo al 15% dei cittadini e contribuenti europei, ovvero una minoranza privilegiata. A titolo di raffronto il 19% degli europei ha il tedesco come lingua materna, che solitamente è la lingua pienamente padroneggiata, seguito dal francese (15%) e dall’italiano (13%)”.
Il 6% degli italiani capisce Bruxelles
Per quanto riguarda l’Italia l’indagine Eurobarometro mostra che il 92% della popolazione dichiara l’italiano come propria lingua materna, e solo il 33% dichiara di conoscere l’inglese come lingue straniera a un livello sufficiente per avere una conversazione, e di questi nemmeno un quinto dichiara di avere un livello “molto buono”. Insomma, quando Bruxelles parla sono in inglese, appena il 6% della popolazione in Italia capisce senza grosse difficoltà.