In occasione del 35° anniversario del massacro di Tiananmen del 4 giugno 1989, il Chinese Human Rights Defenders (CHRD) esorta il governo cinese a liberare 27 persone coinvolte nel movimento pro-democrazia, attualmente detenute in Cina o a Hong Kong. “Per 35 anni, i leader cinesi, da Li Peng a Xi Jinping, hanno tentato di cancellare la memoria del 4 giugno perseguitando chi chiede responsabilità, ha dichiarato Renee Xia, direttrice del CHRD. Tutti coloro che cercano giustizia dovrebbero esortare le autorità cinesi a porre fine a decenni di brutale repressione”.
appello a tutte le democrazie
Il CHRD invita tutte le democrazie a commemorare il 4 giugno chiedendo a Pechino il rilascio immediato e incondizionato di questi e altri prigionieri di coscienza. I leader democratici che interagiscono con la Cina dovrebbero condannare pubblicamente la continua punizione dei partecipanti al movimento del 1989, repressione che ha colpito pacifici attivisti per i diritti umani e la democrazia. Esortiamo gli alleati nella lotta per i diritti umani a commemorare le vittime del massacro di Tiananmen e a chiedere giustizia per tre leader pro-democrazia: Liu Xiaobo, Yang Tongyan e Li Wangyang. Alcuni dei 27 detenuti, nel 1989, erano giovani studenti o sindacalisti, altri sono diventati attivisti subito dopo e hanno mantenuto viva la memoria di Tiananmen, subendo anch’essi dure ritorsioni. Sebbene l’elenco di 27 casi non sia completo, evidenzia la gravità e la persistenza delle ritorsioni cinesi negli ultimi 35 anni. Dopo il massacro, molti governi democratici hanno chiesto a Pechino di porre fine alla repressione, ma con il tempo e la crescita economica della Cina, molte democrazie hanno attenuato le loro critiche. “La responsabilità per le atrocità del 4 giugno avrebbe potuto prevenire futuri crimini dello Stato cinese. Chiunque cerchi giustizia dovrebbe sostenere questi coraggiosi attivisti”, ha concluso Xia.