“L’apertura della Commissione Ue alla proposta avanzata dalla Germania di introdurre l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti in commercio riconosce il ruolo storico dell’Italia di apripista nelle politiche di garanzia verso il consumatore dopo la recente mobilitazione al Brennero della Coldiretti per la raccolta di un milione di firme per assicurare una piena trasparenza sul cibo”. Ad affermarlo è la Coldiretti in riferimento agli esiti del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione Europea.
Intesa sulla proposta dell’Italia
La delegazione tedesca, appoggiata da Francia, Portogallo, Estonia e Finlandia, alle quali si sono poi aggiunti altri Paesi tra cui la Spagna, ha presentato un documento per l’introduzione dell’etichetta d’origine obbligatoria sui prodotti alimentari venduti su tutto il territorio dell’Unione, sul quale la Commissione si è detta disposta a lavorare, anche se la questione sarà più probabilmente portata avanti dal prossimo esecutivo.
La svolta attesa
“Un cambio di rotta importante”, scrive la Coldiretti, “anche rispetto all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto.
Grazie all’esempio dell’Italia ci sono dunque le condizioni oggi per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nella Ue”, sottolinea la Confederazione, “che guardino alla trasparenza e alla naturtalità dei prodotti, rispetto ai troppi inganni permessi in passato e anche comntro i tentativi delle multinaziionali di indirizzarle verso i propri interessi. In tale ottica è importante l’annunciata marcia indietro del Portogallo rispetto all’applicazione del sistema di etichettatura a semaforo Nutriscore”.