Secondo gli exit poll, Claudia Sheinbaum è la vincitrice della corsa alla presidenza del Messico. La candidata di Morena, Pvem e Pt diventerà, così, il primo presidente donna del Paese con un punteggio superiore a quello di Xóchitl Gálvez, rappresentante di Pan, Pri e Prd. La competizione era tra Claudia Sheinbaum, sindaco di Città del Messico, del partito Morena, delfina dell’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador, e la leader dell’opposizione Xóchitl Gálvez, ex senatrice e imprenditrice tecnologica che critica la politica di “abbracci, non proiettili” contro i cartelli. 61 anni, la Sheinbaum possiede un dottorato di ricerca in ingegneria energetica ed è autrice di oltre 100 articoli e due libri sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Ha ricoperto la carica di Segretaria dell’Ambiente di Città del Messico dal 2000 al 2006 durante il mandato del sindaco Andrés Manuel López Obrador ed è stata sindaca di Tlalpan dal 2015 al 2017.
Climate Change
Ha contribuito al Intergovernmental Panel on Climate Change, che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2007. Nel 2018 è stata inclusa nella lista del premio 100 donne della BBC[1]. Le elezioni sono state viste come un referendum su López Obrador, un populista che ha ampliato i programmi sociali ma non è riuscito a ridurre la violenza dei cartelli. La costituzione messicana vieta la rielezione del presidente. Morena cerca una maggioranza di due terzi al Congresso per modificare la costituzione e eliminare le agenzie di controllo. L’opposizione sostiene che ciò minaccerebbe le istituzioni democratiche. La violenza dei cartelli e la performance economica sono state le principali preoccupazioni degli elettori. Sotto López Obrador, il PIL è cresciuto di circa l’1% all’anno. Circa 675.000 messicani all’estero sono registrati per votare. Il voto non è obbligatorio in Messico. Le elezioni di domenica hanno rivelato una forte polarizzazione dell’opinione pubblica sulla direzione del Paese.
