Con un messaggio inviato nella mattinata di ieri ai prefetti d’Italia in occasione della Festa del 2 giugno di oggi, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha ribadito l’importanza del ricordo e della riflessione sugli eventi storici che hanno plasmato l’Italia, come la lotta di Liberazione e la successiva scelta repubblicana, ricordando come questi valori debbano guidare il Paese anche nella sua attuale partecipazione alla vita politica dell’Ue, “cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”. “Fare memoria”, ha insistito Mattarella, “è un esercizio proprio di ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente”. Un chiaro messaggio inviato proprio ai prefetti, invitati a riflettere sul ruolo fondamentale che la memoria storica e i valori costituzionali giocano nel rafforzare l’unità nazionale e la coesione sociale.
Il Presidente ha quindi elogiato l’importanza dell’azione dei prefetti stessi nel mediare per la tutela dell’occupazione, nel superare i conflitti sociali e nel prendersi cura delle fasce più deboli della popolazione insieme alle amministrazioni locali. Inoltre ha evidenziato il valore del lavoro dei Prefetti nel garantire le libertà dei cittadini nella vita quotidiana, sviluppando cornici di sicurezza che rendano i territori più sicuri e vivibili. Ha anche sottolineato l’importanza di garantire l’esercizio del diritto di riunione e manifestazione, un pilastro fondamentale della democrazia.
Sfide emergenziali
Il Capo dello Stato ha quindi spiegato di come la costruzione di sinergie tra le istituzioni locali e i percorsi di raccordo tra i territori siano fondamentali per affrontare le sfide emergenziali e superare momenti di crisi amministrativa e finanziaria, affinché possa venire “rinsaldata l’unità dell’edificio democratico, valorizzando il principio di autonomia nell’orizzonte della solidarietà”. Nella chiusura del suo messaggio, Mattarella ha auspicato che la ricorrenza del 2 giugno rafforzi la consapevolezza e l’orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino, invitando tutti a riflettere sull’importanza dei valori democratici e dell’unità nazionale.
Una data storica
Il Presidente ha poi parlato nel pomeriggio in occasione del concerto per la festa della Repubblica, tenutosi ieri pomeriggio proprio al Quirinale in onore del Corpo diplomatico accreditato presso lo Stato italiano, alla presenza tra gli altri del Premier Giorgia Meloni e dei Presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Nel corso del suo intervento, ha ricordato di come il 2 giugno del 1946 il Paese sceglieva la Repubblica: “Quel voto – all’avvio della vita democratica – rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali”. Insomma, ha ribadito l’importanza storica di una data che ha cambiato la storia della nazione. Rivolgendo lo sguardo al presente, Mattarella ha affermato che la congiuntura internazionale pone nuovamente l’umanità di fronte a tempi straordinari: “Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale –l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte. Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza”, ha detto il Presidente, richiamando l’attenzione sull’importanza di non sacrificare la libertà e i diritti in nome della sicurezza o dell’ordine.
Un nuovo solco
Mattarella ha quindi nuovamente denunciato di come la Russia, con l’invasione dell’Ucraina, ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok: “La Federazione Russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti”. Un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Ha quindi aggiunto che l’Italia, Paese fondatore dell’Unione europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza, continuerà a impegnarsi, anche in qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7, per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente: “È con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza”.