Con la consueta chiarezza e determinazione, Banca d’Italia offre alla classe dirigente, alla politica e ai cittadini indicazioni preziose sullo stato dell’economia e su cosa è necessario intraprendere per lo sviluppo del Paese. Abbiamo letto con attenzione rilievi e proposte del Governatore, Fabio Panetta e, come nostra tradizione, ereditata dallo statista Alcide de Gasperi, aggiungiamo alcune riflessioni.
Meno debito più entrate
La “ricetta” del governatore di Bankitalia parte da una necessità: “Liberiamo l’Italia dal fardello del debito”, esordisce Panetta ponendo come percorso verso la crescita del Prodotto interno lordo, più concorrenza, più produttività e innovazione tecnologica. Le parole sono chiare: “Affrontare il problema del debito richiede un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici”.
Un piano di sviluppo
Per rilanciare l’economia non bastano i buoni auspici, ma sono necessarie iniziative forti e lungimiranti, ad iniziare da un piano di sviluppo che incentivi il lavoro, l’aumento dei salari, la crescita della produttività, e la possibilità che lo Stato faccia – come avvenuto negli anni ‘60-‘70 – incisivi interventi strutturali socio economici. Non abbiamo altre scelte, in particolare per la forza lavoro e, soprattutto, per i giovani che devono poter avere oltre ad uno stipendio remunerativo anche la possibilità di avere una abitazione di qualità a costi contenuti.
Produttività unica via
La via della crescita si lega intimamente con quella della occupazione e questa con il superamento della crisi demografica e della forza lavoro. Fabio Panetta lo sottolinea con particolare urgenza, ricordando che secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170 mila persone all’anno. Una contrazione che si traduce in un calo del Prodotto interno lordo del 13 per cento, del 9 per cento in termini pro capite. Dati che devono essere presi con la massima consapevolezza come osserva Bankitalia: “Solo la produttività potrà assicurare sviluppo, lavoro e redditi più elevati”.
Una proposta concreta
Le idee da mettere in campo sono tante, da tempo insistiamo su alcune di esse per favorire la crescita, dare sostegno alle famiglie, ai giovani e agli immigrati che lavorano. C’è da ragionare, ad esempio, su come poter mettere a frutto il grande e straordinario patrimonio edilizio pubblico, rappresentato dalle ex caserme, i fabbricati in disuso, capannoni e siti dei Comuni, Regioni, dello Stato. Un vasto patrimonio che può essere utilizzato per creare nuove abitazioni, per dar luogo a comunità abitative, a nuovi rioni e centri produttivi. Il percorso da individuare per ridurre al minimo i costi e far crescere un nuovo fruttuoso patrimonio, potrebbe partire con la cessione degli immobili alla Cassa depositi e prestiti, lo stabilire una convenzione con ingegneri, notai, e imprese, infine, solo quando il 60% degli alloggi è stato venduto – a prezzi bassi con manufatti di qualità – allora si potrà dare il via libera ai lavori. Nel giro di pochi anni avremmo rivitalizzato un patrimonio oggi improduttivo, creato un circolo virtuoso tra pubblico e privato, con un beneficio diffuso e soprattutto con utili per lo Stato. Parliamo di migliaia di nuovi appartamenti e di nuovi acquirenti.
Un futuro di cantieri aperti
Pensiamo con questa idea di aver intercettato una delle indicazioni del Governatore Fabio Panetta quando ricorda che: “Gli investimenti sono il principale canale per diffondere l’innovazione tecnologica, da cui deriva gran parte dei guadagni di produttività. Perché le imprese investano è innanzitutto necessario che le politiche garantiscano un adeguato contesto regolamentare e concorrenziale e un ambiente macroeconomico stabile”. Possiamo attuare delle svolte virtuose e di crescita. Noi oltre ad avere un augurio per il futuro, sappiamo che sono necessari progetti concreti e cantieri aperti.