domenica, 29 Settembre, 2024
Economia

Bankitalia, la ricetta Panetta: “Ridurre il debito, alzare produttività e salari”

Tutti d’accordo col Governatore; imprese, banche, sindacati e partiti politici

Tutti d’accordo con il Governatore della Banca d’Italia che ieri ha fatto il punto sulla situazione dell’economia italiana. Dal segretario della Cgil Maurizio Landini al neo presidente di Confindustria Emanuele Orsini, al presidente dei banchieri Antonio Patuelli, da Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze a Andrea Orlando, parlamentare del Pd, tutti hanno largamente condiviso le “considerazioni finali” del rappresentante massimo di via Nazionale, Fabio Panetta. In vista della riunione della Bce di giovedì prossimo, Panetta, è convinto che “si profila un allentamento delle condizioni monetarie”, che tradotto significa che ci si può attendere un abbassamento dei tassi di interesse. Il dato dell’inflazione, spiega, “è in linea con le nostre previsioni e le aspettative dei mercati.” A questo si aggiungano considerazioni di contesto più ampie: “l’avanzamento dell’integrazione europea è la risposta ai mutati equilibri geopolitici e al rischio di irrilevanza cui i singoli Stati membri sarebbero altrimenti condannati dalla cruda aritmetica dei numeri”. Che tradotto significa: non si può pensare di non stare nell’Unione europea perché i grandi temi da affrontare – immigrazione, difesa, ambiente – non si possono risolvere andando in ordine sparso con anche “duplicazioni di spesa” e “appannamento” ulteriore dell’Unione. Panetta, inoltre, suggerisce un “bilancio europeo” centralizzato, un mercato di capitali integrato e il completamento dell’unione bancaria.

Contare in Europa

Solo per la difesa comune, la transizione climatica e quella digitale si stima un fabbisogno di oltre 800 miliardi di euro l’anno fino al 2034. Così il Governatore quasi indica una strada politica: “l’Italia ha concorso a fondare l’Unione europea: ora può e deve concorrere al suo progresso. È con la forza di questa prospettiva che dobbiamo guardare con fiducia al futuro. L’agenda è chiara, e può essere realizzata. E va realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l’Europa contare nel mondo”.

La “zavorra” del debito

Quanto all’Italia il Governatore crede che non sia condannata alla stagnazione. Ma senza farsi illusioni perché la nostra economia “soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione” e cita il ritardo del Mezzogiorno e l’elevato debito pubblico. Quest’ultimo una vera e propria “zavorra” che si ripercuote sulla capacità di sviluppo, innovazione e produttività. Le ricette? “Sono necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo e di eliminare le inefficienze. Un contributo dovrà derivare dal contrasto all’evasione fiscale”. “L’evoluzione dei salari ha riflesso il ristagno della produttività: i redditi orari dei lavoratori dipendenti sono oggi inferiori di un quarto a quelli di Francia e Germania. In termini pro capite, il reddito reale disponibile delle famiglie è fermo al 2000, mentre in Francia e in Germania da allora è aumentato di oltre un quinto”. Il Governatore poi sottolinea come sia importante la piena attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Pnrr – oltre a innalzare il prodotto di oltre di 2 punti percentuali nel breve termine – “avrebbe effetti duraturi sulla crescita dovuti a incrementi di produttività stimabili tra 3 e 6 punti percentuali in un decennio”.

Inverno demografico

Un altro macigno da rimuovere sono le “le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione“ Panetta ha ricordato come “secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170mila persone all’anno. Questa contrazione si tradurrebbe in un calo del PIL del 13%”. “Nonostante la crescita dell’ultimo decennio, la partecipazione al mercato del lavoro, pari al 66,7 per cento, rimane di 8 punti percentuali inferiore alla media dell’area dell’euro.” Anche qui ricette economiche: mantenere invariato il numero degli occupati, che potrebbe significare inserire al lavoro più donne e giovani, che invece tendono ad andare all’estero, e ritardare le pensioni o favorire flussi di ”immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat”.

I commenti

“Una grande visione internazionale”, ha commentato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. Apprezzamento anche da parte del neo presidente di Confidustria, Emanuele Orsini che tra l’altro condivide la richiesta di “cambio di passo dell’Europa. Serve anche qui mettere al centro l’industria e non ci può essere un’Europa anti-industriale.” Maurizio Landini, segretario della Cgil, commenta soprattutto i bassi salari: “il Governatore nella relazione usa il termine ‘capitale umano’, lo traduco: i lavoratori devono poter vivere dignitosamente e quando non avviene il sistema non funziona e va cambiato”. Dalla politica Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze e responsabile economico di Fdi, dice: “sono d’accordo a tutto campo. Ho ascoltato parole di grande saggezza che ci dicono una cosa precisa: finalmente le istituzioni italiane riescono a fare squadra e, nel rispetto dei ruoli e dell’indipendenza di ciascuno, perseguire i medesimi obiettivi”. L’onorevole Andrea Orlando del Partito democratico ha dichiarato che “un’immigrazione controllata e programmata dovrebbe essere la risposta. Non siamo stati noi nel corso di questi anni a demonizzare il fenomeno migratorio; non siamo stati noi a introdurre elementi di protezionismo e a parlare di sostituzione etnica.” E riguardo la necessità di maggiori flussi di migranti, conclude: “con tutta l’autorevolezza del Governatore, è un pò la scoperta dell’acqua calda.”

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