“Occorre premiare le aziende che non scappano dall’Italia ed è necessario che nelle filiere, sulle quali ci giochiamo il nostro futuro, siano tutelate le piccole imprese che sono l’anello debole della catena ma sono anche il 99% del sistema produttivo italiano. Invece troppo spesso la politica si concentra sui problemi che riguardano il restante un per cento”. È quanto ha sottolineato il presidente nazionale CNA, Dario Costantini.
Sistema produttivo che l’indagine congiunturale realizzata dall’Area Studi e Ricerche di CNA nel mese di maggio 2024 su un campione di 2.500 imprese associate segnala l’ingresso in una fase di debolezza generalizzata per l’economia italiana dopo un 2023 ad andamento ancora positivo per la gran parte dei settori. “Per mantenere il sentiero della crescita – sostiene CNA – è necessario infondere fiducia, dare prospettive e fornire il massimo impulso agli investimenti privati. Di fondamentale importanza, al riguardo, è la realizzazione del Pnrr. Occorre anche accelerare il Programma Industria 5.0 accompagnando il sistema produttivo verso le sfide della doppia transizione, digitale ed ambientale, anche grazie al sostegno ai progetti di autoproduzione energetica.”
Difficile fare impresa
“Oggi si parla di de-globalizzazione – ha aggiunto Costantini – solo 6-7 anni fa era impensabile. Ma la ricetta non è quella se vogliamo dare una prospettiva al Paese. Oggi celebriamo la pizza e all’Italia serve non far fallire il pizzaiolo, quello che produce la pala, il forno. Negli ultimi 15 anni abbiamo perso 222mila imprese artigiane, un patrimonio insostituibile, una perdita economica ma anche culturale”. Costantini ha insistito sulla necessità di semplificare, creare contesti favorevoli alle attività produttive. “E’ impensabile che per aprire una pizzeria servono circa 70 adempimenti burocratici e un costo di 10-20mila euro. In Italia è molto difficile fare impresa ma nonostante le gravi difficoltà i nostri artigiani non scappano all’estero, a differenza di altri che magari incassano anche incentivi ma si spostano all’estero perché pagano meno tasse e il costo del lavoro è più basso”.
Manca capitale umano
Il presidente CNA poi ha aperto il capitolo della formazione e dei giovani. “In Italia abbiamo 4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. È la prima emergenza. Il capitale umano è la principale risorsa per la crescita e noi rischiamo di non averne. Diventa impossibile parlare di futuro e innovazione”. In tema di innovazione, Costantini ha sottolineato che artigiani e piccola impresa sono protagonisti, perché “abbiamo la consapevolezza che non possiamo restare fermi. Il 93% degli sviluppatori dell’intelligenza artificiale sono piccole imprese. Al nostro “Premio Cambiamenti” dedicato alle start-up 900 imprese su 1.300 partecipanti utilizzano l’intelligenza artificiale”. Ma quei 4 milioni di Neet rappresentano un lusso che l’Italia non si può permettere, ha ribadito Costantini ricordando “anche l’impegno della Confederazione di aprire scuole di formazione in Nord Africa, in realtà dove la gente scappa”.