Una riforma “giusta, necessaria e storica”, l’ha definita la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni “per ridare piena fiducia agli italiani nella magistratura, assicurando i principi di indipendenza e parità tra accusa e difesa.”Un “provvedimento epocale” per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che l’ha dedicato a Giovanni Falcone e Giuliano Vassalli. Il Consiglio dei Ministri in venti minuti ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale sulla Giustizia che prevede separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri; sdoppia il Csm e sceglie con il sorteggio i componenti di Csm e Alta Corte. Introduce concorsi separati e test psicoattitudinali mentre resta l’obbligatorietà dell’azione penale. L’Associazione nazionale magistrati ha convocato un Comitato direttivo il 15 giugno, aperto anche alle altre magistrature, per assumere iniziative. In una nota l’Anm sostiene che “la logica di fondo del disegno di legge sulla separazione delle carriere e l’istituzione dell’Alta corte si rintraccia in una volontà punitiva nei confronti della magistratura ordinaria, responsabile per l’esercizio indipendente delle sue funzioni di controllo di legalità. Gli aspetti allarmanti delle bozze del disegno di legge sono molteplici, leggiamo – concludono – una riforma ambigua che crea un quadro disarmante”.
Mantovano: ora confronto sul merito
“I contenuti sono del tutto coerenti con gli impegni assunti di fronte agli elettori”, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e riguardo i tempi “immagino che, trattandosi di una riforma costituzionale, non saranno proprio rapidissimi, anche se l’auspicio è che non siano neanche dilazionati, nel rispetto proprio della volontà degli elettori”. Mantovano ha anche aggiunto che se ci sarà “un confronto nel merito in Parlamento”, che “auspichiamo di fronte a un testo che certamente non è blindato”, è possibile che non si arrivi al referendum.
Cosa prevede la riforma costituzionale
Il testo è stato modificato più volte a seguito di molte interlocuzioni istituzionali, l’ultima, poco prima del via libera, che per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio doveva restare riservata “perché sono interlocuzioni di tipo fisiologiche”, con il Presidente della Repubblica, che è anche il Presidente del Csm, Sergio Mattarella. Molto potrà ancora cambiare con le leggi ordinarie di attuazione, ma l’impianto è strutturato. Viene introdotta la “separazione delle carriere” tra giudici e pubblici ministeri. Non si potrà più passare dall’una e dall’altra parte dei ruoli. Del resto già la riforma Cartabia aveva limitato a un solo passaggio tra magistratura requirente e giudicante. Per chi teme che in questo modo i pm possano finire sottoposti al Governo il ministro Nordio risponde: “il pm resta assolutamente indipendente dal potere esecutivo, godrà delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici”. Il “popolo è sovrano”, ha spiegato Nordio e “la separazione delle carriere non è soltanto una ottemperanza politica nei confronti dell’elettorato che ci ha dato il mandato di attuare questa riforma, ma è anche una ragione tecnica, strutturale e dogmatica giuridica perché un processo accusatorio come quello che ha voluto Vassalli non può reggere sulle fondamenta di una Costituzione che era stata scritta quando era vigente invece il processo inquisitorio voluto da Mussolini. Quindi una ragione tecnica e una ragione politica”. Nordio ha dichiarato di aver portato avanti la riforma anche per “rendere omaggio alla memoria di due grandi personaggi. Uno era il collega Falcone che era favorevole alla separazione delle carriera e alla memoria di Vassalli, eroe della Resistenza, che aveva voluto il codice accusatorio al quale ci siamo ispirati con questa riforma costituzionale”. Nordio ha parlato anche di un intervento per rimediare alla “degenerazione correntizia” del Csm che oggi “sta alle correnti in cui è divisa l’Anm come il Parlamento sta ai partiti. Ecco – ha concluso – interrompere questo legame tra elettore ed eletto, che ha portato a una serie di anomalie è stato il nostro compito principale”.
Csm: introdotto il sorteggio “secco”
La riforma prevede anche lo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno, suddiviso per i giudici e per i pubblici ministeri. Li presiederà entrambi il Presidente della Repubblica. Nel testo approvato c’è una ulteriore novità: si accede ai Csm attraverso il sorteggio secco, non solo tra i magistrati in servizio, ma anche tra i componenti laici; che invece, finora, erano nominati dal Parlamento. I Membri laici saranno sorteggiati tra elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio. Inoltre l’Alta Corte saràun organismo esterno al Csm, composto da giuristi di varia formazione (anche loro sorteggiati) che assumerà la competenza sugli errori e i comportamenti dei magistrati, attualmente di competenza della sezione disciplinare del Csm. Per accedere alla magistratura una legge ordinaria si occuperà di stabilire le regole per i diversi concorsi e dal 2026 entrerà in vigore anche il decreto delegato già varato che prevede il test psicoattitudinale per i magistrati. Infine l’azione per l’azione penale dei magistrati resta l’obbligatorietà, ma il Parlamento, come già prevede la riforma Cartabia, può scegliere i criteri di priorità dei reati da perseguire.
Pd: “sfasciano impianto costituzionale”
Il provvedimento “è un duro colpo all’autonomia e all’indipendenza della magistratura.” “La Costituzione viene sfregiata e sacrificata per un patto di potere” dicela responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani assieme ai capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e dell’antimafia Walter Verini. Il Movimento 5Stelle parla di “demolizione dell’assetto costituzionale.” Più possibilista Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva: “per quanto ci riguarda siamo pronti a dare il nostro contributo per quei provvedimenti che siano davvero garantisti.” Esulta, invece, il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani: “ora toccherà al Parlamento naturalmente l’ultima parola, però si corona il sogno di Silvio Berlusconi, ed era un sogno per i cittadini italiani, non per la persona. Finalmente ci sarà un processo giusto, dove l’accusa e la difesa avranno gli stessi poteri e sarà innalzato il ruolo del giudice, che sarà veramente al di sopra delle parti e potrà decidere se ha ragione l’accusa o ha ragione la difesa.”