domenica, 24 Novembre, 2024
Società

Rimpatriate dagli Usa 600 opere d’arte dal valore economico di 60 milioni di euro

A Roma, presso l’Istituto Centrale per il Restauro, sono state presentate 600 opere d’arte dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro, rimpatriate dagli Stati Uniti d’America dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC). Si tratta in prevalenza di opere di antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati.

I beni sono stati riportati in Italia grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri TPC con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dalla Homeland Security Investigations statunitense. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha parlato di “una bellissima giornata per il patrimonio culturale della Nazione”, evidenziando come “grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione” è stato possibile registrare “un ulteriore successo su questo fronte”.

“Riportare in Italia questi beni – ha sottolineato il Ministro Sangiuliano – permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità. Fondamentale, anche in questa lunga e articolata attività, è stata la ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’ del MiC, che rappresenta il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui oltre 1.3 milioni di opere da ricercare”.

La Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti

Per le attività di indagine il TPC si avvale di un importante strumento tecnologico, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.000 da recuperare. Attualmente è attivo un innovativo strumento che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, denominato “Stolen Works Of Art Detection System” (S.W.O.A.D.S.) che elabora la ricerca nel web e social networks, senza soluzione di continuità, di opere d’arte trafugate.

Secondo l’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, diffuso nei giorni scorsi dal TPC, sono stati recuperati ben 105.474 mila beni d’arte dal valore stimato di oltre 264 milioni di euro.

Opere d’arte di inestimabile valore

Alla consegna, presenti tra gli altri, sono intervenuti il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il Direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna e l’Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Jack Markell.  “Il rientro in Italia di beni culturali di tale importanza, sia per la loro consistenza numerica che per il valore storico-artistico, è un altro traguardo significativo. Oltre ad essere opere d’arte di inestimabile valore rappresentano l’alta espressione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità nazionale – ha affermato il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi – la cerimonia di oggi è, inoltre, una testimonianza concreta della forza della cooperazione internazionale con gli Stati Uniti d’America”.

A breve studenti in visita all’ICR

“Si scrive oggi grazie allo straordinario lavoro del Comando dei Carabinieri TPC, un nuovo capitolo nell’appassionante storia dei recuperi dei beni culturali” ha detto Massimo Osanna, Direttore generale Musei. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto – gli studenti di alcuni istituti scolastici potranno visitare l’esposizione temporanea dei reperti allestita presso l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR), per continuare a stimolare la sensibilità dei giovani nei confronti di temi fondamentali quali la legalità e il valore del nostro patrimonio”.

Capolavori sradicati dal loro contesto

Tra i preziosissimi beni recuperati si segnalano 600 reperti archeologici risultati essere provento di furto ai danni di enti statali italiani o di scavi illeciti, esportazioni clandestine e ricettazione, che si riferiscono all’arco temporale dal IX secolo a.C. al II secolo d.C. Una moneta in argento, un contorniato dell’imperatore Traiano, provento del furto avvenuto nel 1978 ai danni del Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro. Una corazza e due teste in bronzo risalenti al IV-III secolo a.C. Centinaia di capolavori, di elevato valore economico, depredati dai “tombaroli” in tutta la Penisola: vasi villanoviani, buccheri e lastre dipinte etruschi, anfore e crateri apuli, coppe in argento, teste in marmo e bronzo, interi corredi funerari sradicati dal loro originario contesto.

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