domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Campi Flegrei, Musumeci: “Bisogna essere pronti a ogni evenienza”

Vertice con Giorgia Meloni sull’attività sismica e i fondi da stanziare. Nel Governo tensioni sul redditometro.

“Bisogna essere pronti a ogni evenienza”. Parole chiare e nette, quelle del Ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, che al termine del vertice interministeriale di ieri a Palazzo Chigi (presieduto dal Premier Giorgia Meloni, al tavolo anche il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti) sull’attività sismica dei Campi Flegrei ha fatto intendere che la situazione non può di certo far dormire sonni tranquilli. Anzi. “La comunità scientifica”, ha detto, “non è nelle condizioni, nonostante il fenomeno sia monitorato 24 ore su 24, di poter sufficientemente intercettare la evoluzione del fenomeno stesso Le scosse possono durare un mese, un anno, possono evolversi, possono estinguersi”. Discorso chiaro, che non lascia spazio a fraintendimenti: la situazione è seria, nulla è da escludere.

Errori da non ripetere

“Non abbiamo la netta percezione dell’entità del rischio e della sua evoluzione, ce ne ricordiamo solo quando la terra trema”, ha continuato l’ex governatore siciliano che ha voluto sottolineare il fatto che chi ha scelto di vivere in quell’area “sapeva di risiedere su un’area complessa difficile, che presenta alcuni rischi” e dunque “dobbiamo dare vita a una convivenza vigile e responsabile”. Ma Musumeci ha detto che gli errori del passato non devono essere ripetuti e quindi il governo lavorerà per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo con una apposita norma: “Non è possibile pensare a un piano di evacuazione preventivo e al tempo stesso un piano di sviluppo urbanistico”, il suo pensiero.

Messa in sicurezza

Chiaramente il governo è al lavoro per la messa in sicurezza di tutte le strutture pubbliche e private maggiormente a rischio della zona e per l’investimento, ha specificato Musumeci, servono oltre 500 milioni di euro: “Cominciamo da ogni scuola di ogni ordine e grado, gli spazi e i luoghi dove vanno i nostri figli e nostri nipoti debbono essere sicuri, ma anche a municipi, istituti carcerari e altre infrastrutture”.

Il Ministro ha poi spiegato che nella zona maggiormente a rischio(tre i Comuni maggiormente monitorati), ci sono migliaia di edifici dove vivono circa 80mila persone. La trasformazione e l’alterazione compiuta dall’uomo sul territorio allo scopo di adattarlo ai propri interessi e alle proprie esigenze ha creato problemi dal punto di vista del piano speditivo. “Stiamo facendo dei ragionamenti con Prefettura, Comuni e Regione per definire un piano di evacuazione che a oggi resta nel cassetto, ma se dovesse rendersi necessario deve essere subito utilizzato e attuato”. Parlando di numeri, nella zona rossa ci sono 8mila edifici censiti e la metà è quello esposto a rischio. E quindi di queste 4mila abitazioni 1.250 sono a elevato rischio sismico, le restanti a medio rischio”.

Serve responsabilità

Musumeci però ha tenuto ad appellarsi alla responsabilità delle persone interessate dal tema: “Non bisogna farsi prendere dal panico. Certo, tutti abbiamo paura quando la terra trema e ora l’obiettivo è trasformare questa preoccupazione in consapevolezza. Di certo noi siamo a lavoro per limitare ogni rischio”. Ha poi aperto all’ipotesi di aiuti a chi deciderà di lasciare i Campi Flegrei: “Stiamo ragionando sulla possibilità di sostenere il cittadino che volesse delocalizzare, resta un’ipotesi messa in agenda”. Più negativo il suo parere sul sisma-bonus: “Servono soluzioni alternative e veloci” (anche se ieri la Camera ha dato il via libera al decreto legge ‘superbonus’, voluto dal Pd, per valutare l’impegno anche di questo strumento a sostegno delle popolazioni colpite)

Da segnalare che ieri si è riunita la commissione Grandi Rischi e l’orientamento è, le parole di Musumeci, “quello di confermare l’allerta gialla”.

Redditometro “mai grande fratello fiscale”

Oltre al tema legato ai Campi Flegrei, ieri il governo è stato impegnato sul cosiddetto redditometro che tanto sta facendo parlare nelle ultime ore proprio in seno alla maggioranza di governo, diviso sull’argomento. Il Premier Meloni ha respinto le accuse su un presunto “grande fratello fiscale” sulla testa degli italiani: “Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune”, ha detto aggiungendo che l’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Viceministro dell’Economia Leo, è fino a ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, “quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar”. Il Primo Ministro ha aggiunto inoltre che si confronterà personalmente con Leo in merito all’ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria: “E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”.

Litigi interni

Come anticipato, il redditometro sta facendo, se non litigare, almeno discutere i leader dell’esecutivo. Per esempio ieri il Vicepremier Antonio Tajani si è detto contrario a questa misura fortemente voluta da Leo: “Non funziona. Il contenzioso non è mai positivo e va nella direzione assolutamente opposta di quella che la nostra riforma fiscale. Venerdì all’interno del Cdm ne chiederà l’abolizione. Ripeto, si tratta di una oppressione fiscale, da stato di polizia. Noi siamo per il confronto e la lotta all’evasione fiscale non si fa con questi mezzi”. D’accordo l’altro Vicepremier, Matteo Salvini: “Stiamo parlando di un orrore del passato, andare a perseguire e accertare presunti redditi perché lo Stato fa il grande fratello non mi piace. Sicuramente potenziare gli strumenti per la lotta alla grande evasione, quello assolutamente sì”.

Le reazioni

Il redditometro è, per la Segretaria del Pd Elly Schlein, uno dei tanti temi sui quali il governo è diviso, “ma sono meno bravi a nasconderlo in questa campagna elettorale, uno tira di qua, l’altro tira di là”. Duro il leader del M5S Giuseppe Conte: “Basta con le prese in giro. Pensano che i cittadini siano degli ingenui, da raggirare. Come sulla scheda elettorale con le candidature finte. Come quando fanno i leoni annunciando tasse sulle banche sui social e poi di nascosto si trasformano in teneri coniglietti che non chiedono nemmeno 1 euro su 28 miliardi di utili ai grandi istituti mentre per i cittadini esplodono i mutui”.

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