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“L’umiltà è fonte di pace nel mondo e nella Chiesa”

Il Pontefice all’udienza generale: “Dove non c’è semplicità c’è guerra”
giovedì, 23 Maggio 2024
2 minuti di lettura

“L’umiltà è tutto. È ciò che ci salva dal Maligno, e dal pericolo di diventare suoi complici. È la fonte della pace nel mondo e nella Chiesa”. Un vero e proprio elogio sulla ‘semplicità’ quello che ha fatto ieri il Papa nel corso dell’udienza generale del mercoledì dal Palazzo Apostolico in Vaticano, l’occasione per parlare dell’importanza della parola umiltà, una virtù alla base della vita cristiana: “In sua assenza, c’è guerra, divisione, discordia”, ha aggiunto, spiegando di come la modestia sia la grande antagonista di un vizio mortale quale la superbia che fa “gonfiare il petto facendoci apparire più di quello che siamo”, mentre l’umiltà “riporta tutto nella giusta dimensione: siamo creature meravigliose, ma limitate, con pregi e difetti. La Bibbia fin dall’inizio ci ricorda che siamo polvere e in polvere ritorneremo”.

Nelle parole di Bergoglio è stato chiaro il riferimento ai conflitti attualmente in corso, ricordando la “martoriata” Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar e gli altri Paesi in lotta tra di loro: “Il mondo è in guerra”, ha detto Francesco, “dobbiamo pregare per la pace in questo tempo di guerra mondiale”.

Il fallimento dell’eutanasia

Sempre ieri, ma nel messaggio inviato ai partecipanti al Simposio ‘Towards a Narrative of Hope: An International InterfaithSymposium on Palliative Care’ promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Conferenza Episcopale Canadese, Il Santo Padre ha trattato il tema dell’eutanasia, “che mai è sorgente di speranza né preoccupazione genuina per i malati e i morenti. Piuttosto, è un fallimento dell’amore, riflesso di una ‘cultura dello scarto’ nella quale le persone non sono più considerate valore fondamentale di cui prendersi cura e da rispettare”. Il Pontefice ha poi spiegato di come spesso l’eutanasia sia presentata come una forma di compassione: “Una cosa falsa”, ha detto, “perché la compassione non prevede un’azione intenzionale per porre fine a una vita, quanto piuttosto la volontà di condividere il peso delle persone che stanno affrontando l’ultima parte del nostro pellegrinaggio terreno”. In realtà, per il Vescovo di Roma, la cura palliativa è una forma genuina di compassione “perché risponde alla sofferenza – sia essa fisica, emotiva, psicologica o spirituale – affermando la dignità fondamentale e inviolabile di ciascuna persona, in particolar modo dei morenti, e aiutandoli ad accettare l’inevitabile attimo di passaggio da questa vita alla vita eterna”.

La Carta di Assisi

Da segnalare che ieri Francesco ha firmato la Carta di Assisi declinata per i bambini. Una delegazione di giornalisti, nell’ambito dell’udienza del mercoledì, è stata ricevuta a pochi giorni dalla Giornata mondiale dei bambini che si svolgerà il 25 e 26 maggio. La carta, predisposta da Padre Enzo Fortunato con Iside Castagnola e Roberto Natale, riprende i principi e i contenuti per una ‘buona comunicazione’ già presenti nella Carta di Assisi promossa da Articolo21 e tavola della pace e sottoscritta dall’Ordine dei giornalisti e altri organismi di categoria.

Il Papa ha ricevuto in udienza anche il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, l’Arcivescovo della capitale sabauda, Monsignor Roberto Repole, e una delegazione di 6 ragazzi detenuti all’interno dell’Istituto penitenziario minorile di Nisida nell’ambito del progetto ‘Sole in mezzo!’ di Ripartiamo Aps in collaborazione con lo stesso Ipm, Sielte SpA e Maupal, lo streetartist romano che ha realizzato un murales all’interno del carcere.

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