La Procura di Milano ha smantellato una vasta rete criminale capeggiata dal presunto boss della mafia turca, Boris Boyun, uno dei maggiori ricercati di Ankara, emettendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 individui di origine turca residenti in Italia, Svizzera, Germania e Turchia. Le accuse contro di loro includono associazione a delinquere con finalità di terrorismo, attentato terroristico e omicidio.
L’arresto
Il provvedimento, firmato dal giudice milanese per le indagini preliminari Roberto Crepaldi, è stato eseguito all’alba, mobilitando centinaia di poliziotti coordinati dall’antiterrorismo di Milano, sotto la supervisione del pm Bruna Albertini e del procuratore Marcello Viola. L’operazione è avvenuta in un appartamento a Viterbo, dove Boyun era ai domiciliari e costantemente sorvegliato. Il capo mafia è stato subito preso in custodia dagli agenti e trasferito a Milano. Grazie a una microspia nascosta nel braccialetto elettronico e a cimici piazzate in tutta l’abitazione, gli investigatori, coordinati dall’antiterrorismo milanese, hanno superato l’ostacolo delle comunicazioni cifrate ascoltando ogni sua conversazione. È emerso chiaramente che, nonostante i domiciliari, Boyun continuava a impartire ordini al suo gruppo per organizzare attentati, operazioni e gestire il traffico di armi, droga e l’ingresso di cittadini turchi in Italia tramite le rotte balcaniche, in particolare dal confine di Trieste.