domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Ceto medio in crisi: il 50% teme un declassamento socio-economico

Rapporto Cida-Censis

Più del 74% degli italiani è convinto che si sia bloccata la scala sociale verso l’alto. Questo il risultato principale del rapporto Cida-Censis dal titolo ‘Il valore del ceto medio per l’economia e la società’, commissionato dalla Confederazione italiana dei dirigenti e delle a professionalità e presentato ieri alla Camera dei Deputati. Protagonista dello studio, come evidenziato dal titolo, il ceto medio della popolazione italiana a cui si sentono di appartenere il 60,5% delle persone.

Alta la percentuale di chi teme che la scala della mobilità subisca una regressione: il 48,8% degli intervistati vive questa preoccupazione. Tra le convinzioni più marcate, risulta che il 66,6% degli abitanti della Penisola (65,7% del ceto medio) sia convinto che in passato si vivesse meglio e ci fossero un numero maggiori di opportunità, con uno sguardo ancora più pessimistico verso il futuro: il 76,1% degli italiani (75,1% del ceto medio) pensa che le future generazioni staranno peggio di come si vive ora.

Le preoccupazioni

Quest’ultimo dato preoccupa in maniera particolare il Presidente della Cida, Stefano Cuzzilla. “L’assenza di speranza nel futuro è sconfortante. Se calano le aspettative, se non si pensa di poter migliorare la propria condizione, se si ritiene che in futuro andrà peggio, a pagare un prezzo altissimo sarà tutto il Paese”. Sullo stesso argomento, Cuzzilla ha anche ipotizzato delle soluzioni: “Dobbiamo rispondere, come manager e come società civile, a questi cambiamenti e capire quali sono i bisogni prima che sia troppo tardi. Dobbiamo investire in un sistema basato sulla triade ‘maggiore benessere economico – maggiori consumi – maggiori aspettative’, oggi siamo nella situazione opposta” aggiungendo che “solo valorizzando talento, impegno e competenze, sarà possibile riattivare la crescita”.

Maggiore meritocrazia

Nello studio si evidenzia come il 57,9% della popolazione (54,9% del ceto medio) pensi che le capacità e l’impegno nel lavoro non siano adeguatamente premiati, insieme a un 81% (80% del ceto medio) che sostiene che chi lavora di più debba guadagnare delle cifre superiori. Sullo stesso fronte economico, il 73,7% dei coinvolti nella ricerca (75% del ceto medio), dice che sia giusto che chi ha più talento possa diventare ricco.

Possibili soluzioni

Proprio per questo la Cida ha proposto una revisione delle aliquote Irpef, in modo da ridurre la pressione fiscale per i redditi che si trovino nelle fasce medio-alte, riducendo da due a tre le aliquote. A questo, aggiunge la Confederazione, dovrebbero essere associati premi produzione; lotta all’evasione fiscale, soprattutto attraverso la crescita dei pagamenti elettronici; incentivi per i manager che investono in start-up o nel capitale delle piccole e medie imprese; la tutela delle pensioni; migliore accesso e qualità per quanto riguarda le cure sanitarie e una maggiore attenzione per rilanciare l’occupazione dei giovani, in particolare agevolando il rapporto tra imprese e scuola.

In pensione quando si vuole

Nel rapporto sul ceto medio, si evince anche un altro dato particolare: il 59,6% degli italiani vorrebbe fosse concesso, ai pensionati che lo vogliono, di lavorare, un’idea molto diffusa anche nel ceto medio, con il 61,4% dei consensi. Secondo l’analisi, la popolazione vorrebbe che la libertà di scelta fosse lasciata all’individuo, con un 55,3% delle persone che hanno risposto al questionario per lo studio, che preferirebbe che ognuno scegliesse l’età in cui andare in pensione senza conseguenze economiche negative.

Le parole di Tajani

Durante la presentazione dei risultati, è intervenuto anche il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per lui “il governo deve stare dalla parte del ceto medio, soprattutto diminuendo la burocrazia e le tasse così da dare maggiore fiducia negli investimenti”. “Il ceto medio è il cuore del nostro Paese” – ha aggiunto il Ministro – “e non possiamo lasciare che sia spinto verso il basso. Rappresenta la classe dirigente delle aziende e della Pubblica Amministrazione, e insieme al Ministro Zangrillo stiamo facendo un grande lavoro perché sia premiato il merito”. Sempre il Ministro degli Esteri ha tenuto a ribadire l’importanza della classe media italiana: “Il ceto medio rappresenta il capitale umano, che è molto più importante di quello finanziario”.

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