Sono dati “sconfortanti” quelli presentati da Confcommercio in uno studio demografico sul commercio di prossimità: in Italia tra il 2012 e il 2023 sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio. Un quadro preoccupante dove “il rischio più grande – spiega Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi della confederazione – è una desertificazione commerciale estesa su tutto il Paese con conseguenze devastanti per il tessuto economico delle città che senza i cosiddetti negozi di vicinato rischia di perdere attrattività anche per il turismo.”
Crollo di vestiario e bar
“Il calo del commercio al dettaglio non è un problema da prendere sottogamba”, scrive in una nota Confcommercio. Gli ultimi dati Istat hanno infatti evidenziato come la crescita inarrestabile del commercio online abbia tolto una fetta importante ai piccoli negozi. “La politica, sia nazionale che europea, non si può girare dall’altra parte. Servono politiche attive per aiutare il commercio di prossimità a sopravvivere ed evitare la desertificazione commerciale delle nostre città”. Alcuni settori hanno registrato un vero e proprio crollo: -22,6% il commercio ambulante, -20,9% vestiario e calzature, -14,1% i bar. Crescono moltissimo, quali del 90% le “attività di alloggio” e l’e-commerce (61,5%). Le vendite al dettaglio, inoltre, avvengono soprattutto nei discount (47%), nei supermercati (19%) e negli ipermercati (12,5%) mentre il 2,6% nelle “piccole superfici”.
Un problema serio
Donatella Prampolini, vice presidente di Confcommercio, chiede alle istituzioni di prevedere una serie di politiche attive per aiutare i piccoli esercizi: “i piani di sviluppo delle città devono tener conto del commercio che non è un accessorio della nostra economia, ma è parte integrante del vestito. ”Prampolini cita anche il progetto “Cities”, la risposta di Confcommercio per invertire la rotta della desertificazione commerciale, con l’obiettivo di favorire uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità nelle città. Il progetto è articolati su tre grandi iniziate: la prima “riguarda la regolazione con cui, attraverso piani e regolamenti di carattere urbanistico ma non solo” si interviene sulla vita quotidiana delle città. Poi la promozione di “alleanze locali e, quindi, il partenariato pubblico-privato” e infine promozione di “leve economiche locali con cui sostenere le imprese del terziario di mercato nelle aree a rischio di desertificazione commerciale attraverso sgravi, contributi e finanziamenti che possano agevolare l’avvio di nuove attività.” Per Prampolini “il negozio fisico continua ad avere un ruolo fondamentale. Perché il negozio è anche un luogo sociale e di ritrovo in molte comunità. I consumatori hanno cambiato le loro abitudini e certamente il commercio on line è diventato parte integrante dell’esperienza quotidiana ma resta forte la propensione di provare o assaggiare un prodotto prima di acquistarlo”.