venerdì, 22 Novembre, 2024
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Parte il Fondo periferie inclusive: 10 milioni per la disabilità

Ci sarà piena sinergia tra il Ministero della Disabilità e la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie sul monitoraggio e la valutazione dei programmi presentati per il Fondo Periferie Inclusive,  che finanzia progetti virtuosi e di rete, a partire dai contesti più problematici e periferici in Comuni con popolazione superiore a 300mila abitanti, con uno stanziamento di 10 milioni di euro.

Tra il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, audita dalla Commissione e il Presidente dell’Organismo parlamentare Alessandro Battilocchio non è stata esclusa, infatti, una concreta collaborazione per seguire con attenzione l’evoluzione di questa straordinaria iniziativa con cui il Governo ha investito con il bando delle “Periferie Inclusive” un futuro di pari opportunità.

“I progetti approvati, ha detto il Ministro Locatelli,  spaziano dalla creazione di centri diurni per persone con disabilità alla realizzazione di percorsi pedonali accessibili, fino all’organizzazione di eventi sportivi e culturali inclusivi. Un ventaglio di proposte che mira a migliorare la vita delle persone con disabilità sotto ogni aspetto, favorendo la loro autonomia, la loro partecipazione sociale e la loro integrazione nella comunità in territori fragili. L’obiettivo è trasformare le periferie in luoghi di incontro, di condivisione e di crescita per tutti, abbattendo le barriere e costruendo una società più giusta e accessibile.”

Da parte del Presidente Battilocchio è stato sottolineato che questo costituisce solo il primo passo di un lungo percorso. “Ora è fondamentale, ha detto,  dare seguito a queste buone intenzioni con azioni tangibili, monitorando l’attuazione dei progetti e garantendo la massima efficienza e trasparenza nell’utilizzo delle risorse. Si tratta di una sfida ambiziosa, ma la collaborazione tra i diversi livelli territoriali di governo rappresenta la chiave di volta per il successo di questa iniziativa”.

L’approvazione dei progetti è il frutto di un lavoro sinergico tra diverse realtà: enti locali, associazioni del territorio e cittadini che coopereranno a dimostrazione di come l’unione di intenti e la condivisione di obiettivi comuni possa portare a risultati concreti.

Un esempio virtuoso che auspichiamo possa essere replicato in altre città d’Italia, per creare una rete di inclusione e di solidarietà sempre più ampia. L’impegno del Governo, la collaborazione delle istituzioni locali e la partecipazione attiva dei cittadini non possono che qualificarsi ingredienti necessari per costruire un futuro di maggiore inclusione e pari opportunità per tutti. Un futuro in cui le persone con disabilità non saranno più ai margini della società, ma parte integrante e attiva di una comunità coesa e solidale.

 Un sistema per agevolare gli studenti e le famiglie, garantendo un diritto sacrosanto, quello dell’assistenza che agevola il difficile lavoro dei caregiver, è l’altra esperienza illustrata dal Ministro a favore delle aree di prossimità urbana, nel caso specifico Caivano.

“Un progetto per il quale stiamo pensando ad un nome e che mi piacerebbe fosse anche esso un modello replicabile in altri territori difficili, dato in affidamento alla Croce Rossa e ad altre associazioni che si occupano di disabili.

“Si tratta di un modello, ha aggiunto la Locatelli, che nasce dall’esigenza di creare delle attività per i bambini e ragazzi disabili, ma anche di supporto alle famiglie. Immagino un’attivazione del territorio e anche dei ragazzi, dei giovani, perché si possono fare tante cose a partire dai momenti ricreativi ma anche di prevenzione. Abbiamo per esempio incontrato l’Unione Italiana Ciechi per un progetto sulla prevenzione dei problemi alla vista dei bambini; abbiamo parlato con l’Aism per una collaborazione all’interno dello spazio che avrà la Croce Rossa a Parco Verde”.

E’ stato preannunciato, con l’occasione, la prossima istituzione di un tavolo di lavoro per attualizzare la normativa in materia di PEBA – Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche.

I piani, Introdotti nel 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24 della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani, sono lo strumento individuato dalla normativa per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio.

È necessario ragionare sulle criticità normative e tecniche che rendono difficoltosa l’adozione dei Piani, ma soprattutto attualizzare la normativa e il concetto stesso di accessibilità ai criteri della progettazione universale, in considerazione che al momento i Comuni che hanno adottato questo strumento non superano nel nostro Paese il 5 per cento.

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