venerdì, 15 Novembre, 2024
Esteri

Lavrov riconfermato, provoca: siamo pronti a combattere contro l’Occidente

Von der Leyen alla Fondazione De Gasperi: Mosca fermi le armi e trattiamo

Subito dopo lo spostamento delle pedine ministeriali del Governo russo, il riconfermato ministro degli Esteri, Sergei Lavrov dichiara che “Mosca è pronta”. Pronta alla guerra con l’Occidente, intende. “Se vogliono essere sul campo di battaglia – ha detto il ministro – saranno sul campo di battaglia.” Una sfida. Una minaccia. Una provocazione. Qualunque cosa intendesse Lavrov è comunque un tentativo di gettare un argomento pesante dentro la campagna elettorale per le europee. Costringere i candidati a parlare di guerra in casa. Gli ha risposto Ursula von der Leyen: “se Putin fermasse i bombardamenti ci potrebbero essere negoziati di pace il giorno dopo” ma “il processo di pace deve essere guidato dagli ucraini. È loro diritto farlo”.

La Presidente della Commissione era a un incontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e i giovani di Forza Italia alla Fondazione De Gasperi. “Dopo la seconda guerra mondiale – ha spiegato – abbiamo costruito un ordine di pace, basato sulla sovranità legittima dei Paesi membri e sui diritto internazionale. La Russia sta sfidando tutto questo”.

A 500 km da Kiev

Intanto sul campo di battaglia continuano gli attacchi russi e l’avanzata, quasi verso Kiev. Karkhiv, infatti, dista a meno di 500 chilometri dalla capitale. Sono più di 30 le località sotto il fuoco dell’esercito russo e in due giorni sono stati evacuati oltre 6.000 ucraini che si trovavano lungo la linea in direzione Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa 20 e 50 chilometri a nord-est di Kharkiv. La seconda, ha detto il capo della polizia della regione Volodymyr Tymoshko, si sta “trasformando” in Bakhmut o Maryinka a causa dei continui attacchi aerei dei russi: “stanno sganciando bombe da 250 o anche 500 chili, che possono demolire un edificio a più piani”.

Belousov al posto di Shoigu

Zelensky che è in “serie difficoltà”, come molti suoi ufficiali ormai ammettono, continua a rimuovere i graduati: ieri il generale di brigata Mykhailo Drapaty ha preso il posto di Yuriy Galushkin. Motivazioni evidentemente diverse dal cambio della guardia al Ministero della Difesa russo, dove Putin ha deciso di promuovere il ministro Sergej Shoigu alla guida del Consiglio di Sicurezza, al posto di Nikolai Patrushev e sostituito, nel nuovo governo, da Andrei Belousov. La spesa militare nella Russia in guerra è salita a oltre il 7% del Pil nazionale e, probabilmente, un economista al posto di un militare avrà qualche ragione. Belousov era primo vice primo ministro nel governo precedente e in un suo primo intervento ha dichiarato che i soldati russi hanno bisogno di un migliore accesso agli alloggi, agli ospedali e alle prestazioni sociali.

Kuleba da Vucic

Da segnalare la visita del ministro degli esteri ucraino Dmitro Kuleba a Belgrado assieme a Olena Zelenska, moglie del Presidente Zelensky, che ha incontrato il Presidente serbo Aleksandar Vucic. Va ricordato che in Serbia è appena andato in visita il Presidente cinese Xi Jinping e che, probabilmente, quello di Belgrado potrebbe essere un canale tra Mosca e Kiev. “Un colloquio molto buono e corretto con il ministro degli esteri ucraino Dmitro Kuleba. Abbiamo concordato di migliorare i rapporti bilaterali, con l’intenzione di organizzare prossimamente un forum economico tra imprenditori dei due Paesi”, ha scritto Vucic sul suo profilo Instagram. Il Presidente serbo ha annunciato al tempo stesso che l’ambasciatore della Serbia tornerà a breve al suo incarico a Kiev. La Serbia, legata da storica amicizia alla Russia, della quale è in principale alleato nei Balcani, pur condannando l’intervento armato di Mosca in Ucraina, si rifiuta di aderire alle sanzioni internazionali contro la Russia invocando i propri interessi statali e nazionali.

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