domenica, 23 Giugno, 2024
Attualità

Corrotti, traditori e mobilitazione forzata: i fronti interni di Zelensky

Tajani: Putin non attaccherà i Paesi della Nato e non invieremo truppe

Più che dal fronte il Governo ucraino rischia di smottare sotto i colpi dell’Anticorruzione e dei continui cambi al vertice. Zelensky licenzia ministri e generali e continua a rimproverare “i partner” per i ritardi negli aiuti, mentre la Russia attacca le linee di difesa, vara il nuovo governo e favorisce il ritorno in patria degli oligarchi, soprattutto dei loro patrimoni. Sul fronte diplomatico il ministro Tajani si eleva sopra tutti e spiega che “siamo impegnati a tutelare il diritto internazionale” e non siamo in guerra con la Russia. Quasi ogni giorno il Presidente ucraino licenza o sostituisce generali, ministri e collaboratori. Evidentemente ci sono problemi di tenuta politica, ma anche di gestione dei soldi che arrivano dall’Europa e dagli Stati Uniti. Ieri l’Alta Corte Anticorruzione ha chiesto l’arresto del vice ministro dell’Agricoltura Markiian Dmytrasevych che è sospettato di appropriazione indebita, scandalo che coinvolge il anche il ministro Mykola Solskyi. Il giorno prima era stato esonerato dal Parlamento il ministro Oleksandr Kubrakov, 41 anni, capo delle infrastrutture dal 2021 e vice primo ministro dal 2022. Nei giorni scorsi era stato licenziato in tronco il capo della Sicurezza dello Stato (Udo), Serghei Rud, incaricato anche della protezione personale del Presidente, mentre i colonnelli Vasyl Malyuk e Kyrylo Budanov sono stati arrestati con l’accusa di aver complottato con i russi per assassinare Zelensky. Se non è un terremoto è uno sciame sismico che potrebbe mettere in forte difficoltà lo stesso Zelensky. Solskyi, a lui molto vicino, è sospettato di essersi appropriato illegalmente di terreni statali del valore di circa 7 milioni di euro e di aver tentato di impossessarsi di un altro terreno del valore di ulteriori 4,5 milioni. Zelensky, comunque, continua a battere cassa e chiedere armi e ricorda che “non tutti i nostri partner adempiono prontamente agli accordi.” Media americani con fonti anonime rivelano che gli Stati Uniti starebbero pensando di inviare altri 400 milioni di dollari a Kiev.

Tajani: Putin non andrà oltre

Sul fronte diplomatico, grazie all’Italia, sembrano ammorbidirsi i toni guerrafondai. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un intervento pubblico, ha ribadito che “in nessuna riunione della Nato o dell’Unione Europea si è parlato di inviare truppe a combattere in Ucraina. L’Italia non manda e non manderà soldati a combattere lì perché non siamo in guerra con la Russia. Siamo soltanto impegnati da molti punti di vista per tutelare il diritto internazionale”. Tajani ha anche sottolineato di essere convinto che Putin “non andrà oltre”. Ha spiegato: “le minacce del Cremlino fanno parte di una strategia ma ritengo che Putin non andrà oltre all’attacco in Ucraina. Non credo che la Russia voglia attaccare un Paese della Nato”. Piuttosto, ha aggiunto Tajani, facciamo attenzione agli attacchi informatici, quelli ci sono e sono confermati anche dalla Presidente Ursula von der Leyen che dichiara: “il comportamento della Russia è una reale minaccia”, per le elezioni Europee, “vediamo che le interferenze sono numerose. Mentre in Russia, la Duma, come prevede la Costituzione del 2020, ha confermato il primo ministro Mikhail Mishustin che si era dimesso dopo l’insediamento di Putin: 375 deputati hanno votato per la conferma, 57 si sono astenuti, nessun voto contrario. Ora si dovrà comporre il nuovo Governo è nei giorni scorsi erano dati in dubbio i due ministri più in vista; Sergei Lavrov agli Esteri e Sergei Shoigu alla Difesa.

Mobilitare i detenuti

Al fronte, invece, dove si muore davvero c’è stato un martellante bombardamento su Kharkiv, in Ucraina orientale, dove le truppe russe stanno cercando di sfondare la linea di difesa di Kiev. La città di Vovchansk è in fiamme. Il capo dell’amministrazione militare della città di Vovchansk, Tamaz Gambarashvili, ha dichiarato che i civili stanno lasciando l’area cittadina. “Dalle tre del mattino i russi sparano missili, usano artiglieria e cannoni antiaerei con “bombardamenti mai visti nella zona”. Secondo il racconto di Gambarashvili la maggior parte della popolazione sta fuggendo autonomamente, altri vengono aiutati dalla polizia e dai volontari. L’Ucraina resiste, ma sono necessarie “le unità di riserva”, che sono state inviate per rafforzare la difesa. Servono così tante unità da combattimento che il ministro della Giustizia ucraino Denis Malyuska prevede la possibilità di mobilitare tra i 10 mia e 20 mila detenuti nelle carceri ucraine e mandarli al fronte. Malyuska non ha nascosto che potrebbero esserci lesioni di diritti umani, ma ha anche spiegato che le carceri sono sovraffollate.

Il dilemma degli oligarchi

“Alcuni miliardari russi hanno rinunciato a cercare di tenere i loro soldi in Occidente e ora sono rassegnati a riportarli in Russia, dove corrono il rischio sempre presente di essere sequestrati dal Cremlino”. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg secondo la quale “sempre più tagliati fuori dai servizi bancari e finanziari occidentali, gli individui più ricchi della Russia si trovano ad affrontare un dilemma quando si tratta di consegnare le loro fortune alla generazione successiva. La maggior parte dei miliardari sanzionati hanno deciso di trasferire i propri beni in patria”. Si stima che “i 26 russi presenti nel Bloomberg Billionaires Index possiedono complessivamente circa 350 miliardi di dollari”.

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