“Ricordare il terremoto del 1976 all’interno della caserma Goi-Pantanali di Gemona ha un significato particolare perché quel 6 maggio cambiò le vite dei friulani e anche quelle dei soldati che qui prestavano servizio, delle famiglie dei 29 che qui morirono. La maggior parte erano della Julia, artiglieri da montagna dei gruppi Conegliano, Belluno e Udine, genieri alpini della Compagnia pionieri e autieri alpini del battaglione logistico. Assieme a loro nel tragico destino, ci furono anche fanti dei battaglioni 7. Cuneo e 73. Lombardia e un elicotterista canadese, precipitato a bordo del proprio velivolo”. È il ricordo che l’assessora regionale alle Finanze, Barbara Zilli, ha tributato, partecipando a una delle celebrazioni di commemorazione dei deceduti a seguito del sisma, evento d’apertura della celebrazione del ricordo del terremoto del 1976.
Il ‘modello Friuli’
È giunto il momento – è stato evidenziato – che oltre al ricordo si affidi ai giovani il compito di testimoniare un compendio di valori suggellato nel “modello Friuli”; modello che, forte della lezione e del composto contegno del popolo friulano da subito rialzatosi per mettersi al lavoro. “La ricostruzione post terremoto 1976 in Friuli – ha in più occasioni ripetuto l’Amministrazione regionale friulana – è stata e continua a essere modello non solo in Italia, ma nel mondo per quelle che sono state normative, modalità, organizzazione, gestione e tempi di esecuzione. Portare avanti questo esempio è doveroso: lo dobbiamo ai padri di questo miracolo e, in modo particolare, al commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, del quale ricorre oggi il quinto anniversario dalla scomparsa. A quasi 50 anni di distanza, quello friulano è un territorio completamente rinato, che ha fatto tesoro di quell’esperienza tanto drammatica, mettendola a frutto a favore anche della ricerca e di quanti stanno lavorando per trovare soluzioni sempre migliori e all’avanguardia per gestire le situazioni di emergenza”.
Le vittime e i soccorritori
Alla vigilia del 48esimo anniversario, Zilli ha sottolineato come, “oltre al dovere del ricordo, sia importante rivolgersi soprattutto ai ragazzi di oggi, figli e nipoti di tutti quei friulani capaci di invertire la rotta dopo la tragedia, di chi ha creduto in un Friuli nuovo e diverso, moderno; di chi ha voluto fortemente l’Università e di chi ha investito nella bellezza, nel recupero dei beni distrutti e nella forza della cultura. È giunto il momento – è stato evidenziato – che oltre al ricordo si affidi ai giovani il compito di testimoniare un compendio di valori suggellato nel modello Friuli; modello che, forte della lezione e del composto contegno del popolo friulano da subito rialzatosi per mettersi al lavoro, viene consegnato con orgoglio e fiducia alle nuove generazioni affinché raccolgano il testimone di questa eredità e la facciano germogliare per il progresso e il benessere della loro terra, nel segno e nel solco dei valori della ricostruzione”. La giornata è iniziata con la deposizione della composizione floreale al cippo eretto a ricordo degli Alpini deceduti durante il sisma, a cui era seguita una cerimonia di ricordo speciale per i 966 Vigili del fuoco che vennero in soccorso in quei giorni. In nome loro e dei tanti soccorritori è stata deposta una corona al Monumento in ricordo delle vittime del terremoto in Piazzale Chiavola.