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Xi-Macron la strana coppia per fermare l’amico-nemico del Cremlino

lunedì, 6 Maggio 2024
1 minuto di lettura

Il presidente cinese incontrerà in Europa il più acerrimo nemico di Putin, Macron e due simpatizzanti dello zar, Vucic e Orban. Una visita “bilanciata” dunque come è nello stile prudente dei dirigenti di Pechino. Macron, però, non è solo quello che vorrebbe mandare soldati in Ucraina ma è anche il leader europeo che appena può segna anche dei distinguo profondi nei confronti degli Stati Uniti. Dunque un interlocutore speciale per Xi che non vuole perdere i contatti con chi conta di più in Europa e vuole usare queste relazioni anche per creare falle nella cintura sanitaria che gli Stati Uniti stanno costruendo intorno alle strategie egemoniche di Pechino.

I colloqui non saranno semplici, visto che la Cina non ha mai condannato l’aggressione russa all’Ucraina e che è sospettata da Washington di facilitare sottobanco la fornitura di armi a Mosca.

Xi finora ha tratto benefici economici dalla guerra, soprattutto per quanto riguarda le forniture energetiche russe a buon mercato. L’interesse principale di Pechino è comunque tenere impegnati gli Stati Uniti sullo scacchiere europeo e su quello mediorientale il più a lungo possibile per cercare di distrare l’attenzione americana dall’altro fronte, quello dell’Indo-Pacifico che per la Cina è di vitale importanza.

Macron chiederà a Xi di convincere il suo “amico” Putin a usare la testa, a concedere una tregua per le Olimpiadi che si terranno in Francia. Questo darebbe una boccata d’ossigeno all’Ucraina che è stata lasciata per 4 mesi sotto il fuoco russo, a corto di armi e munizioni, mentre i seguaci di Trump irresponsabilmente bloccavano gli aiuti voluti da Biden. Ovviamente Putin non vuole concedere nessuna tregua e spera di assestare colpi decisivi prima che si vedano le conseguenze della massiccia fornitura bellica americana.

Xi potrebbe avere l’interesse ad “ammorbidire” Putin per un fine di immagine e tattico: dimostrare che la Cina è capace di influire sulle scelte dello zar d’intesa con la potenza occidentale meno filo-americana, la Francia. Un doppio risultato che potrebbe aprire pagine nuove nella complessa tela che la Cina sta provando a tessere dopo il fallimento europeo della Via della Seta.

Se il vertice con Xi desse qualche risultato, Macron potrebbe intestarsi il merito di aver fatto fare qualche passo indietro a Putin. Sarebbe una forte iniezione di prestigio per un Presidente molto indebolito in patria e in cerca del ruolo di leader forte di un’Europa che sta per cambiare Parlamento e Commissione.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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