lunedì, 16 Dicembre, 2024
Attualità

“Medioriente, ogni sforzo tra Israele e Palestina per arrivare alla pace”

Il Papa all'Angelus: “Serve un dialogo per un riavvicinamento tra le due parti”

L’unica strada possibile per arrivare alla pace in Medioriente? Il dialogo. L’appello, o meglio il consiglio, è arrivato ieri dal Papa al termine del Regina Coeli della domenica, davanti a circa 20mila fedeli accorsi in piazza San Pietro, in Vaticano. Parole che confermano di quanto Francesco continui incessantemente a pensare, e a pregare, “affinché tra Palestina e Israele ci sia un riavvicinamento che può arrivare, appunto, tramite quella diplomazia “che può portare buoni frutti” anche in quella Ucraina “che continua a soffrire tanto”.

Con uno sguardo rivolto all’est dell’Europa e oltre, Bergoglio ha inviato quindi i suoi più affettuosi auguri alle Chiese ortodosse e a alcune Chiese orientali che ieri, secondo il calendario giuliano, hanno celebrato con massima solennità la Pasqua. Nel suo messaggio, ha esortato il Signore risorto a colmare di gioia e pace tutte le comunità, confortando in particolare coloro che sono nella prova.

Nel corso dei suoi messaggi domenicali, il Vescovo di Roma ha voluto ricordare la popolazione dello del Rio Grande do Sul, in Brasile, colpita da grandi inondazioni: “Il Signore accolga i defunti, conforti i familiari e quanti hanno dovuto lasciare le loro case”, le sue parole.

Saluto alle nuove Guardie svizzere

Un pensiero il Pontefice lo ha dedicato anche all’Associazione Meter, impegnata nel contrasto a ogni forma di abuso sui minori e presente ieri in Vaticano: “Grazie per il vostro impegno. E continuate con coraggio la vostra importante attività” le parole del Santo Padre pronunciate proprio in occasione della ‘Giornata mondiale contro la pornografia e la pedopornografia’. Oltre a loro, in piazza San Pietro, in mezzo a gruppi di studenti, bande musicali, pellegrini romani e non solo, erano presenti pure le nuove Guardie Svizzere – 34 per l’esattezza – con i familiari. Il Papa ha rivolto loro un “saluto caloroso”, in occasione della festa dell’esercito più antico e piccolo del mondo, fondato da Papa Giulio II nel 1506. Uno “storico e benemerito Corpo”, lo ha definito Francesco. Le nuove reclute giureranno oggi alle 17 nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico in Vaticano. Non una data casuale, ma il giorno dell’anniversario del sacco di Roma, in cui 189 Guardie Svizzere difesero Papa Clemente VII contro l’esercito di Carlo V.

Il tema dell’amicizia

Tutto quanto descritto sopra è avvenuto dopo il Regina Coeli che Francesco ha voluto dedicare a una riflessione sul tema dell’amicizia, partendo da un brano evangelico in cui Gesù si rivolge agli apostoli dicendo ‘Non vi chiamo più servi, ma amici’. “Cosa significa questo? Nella Bibbia i servi di Dio sono persone speciali, a cui egli affida missioni importanti, come a esempio Mosè, il re Davide, il profeta Elia, fino alla Vergine Maria. Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori. Ma tutto questo non basta, secondo Gesù, per dire chi siamo noi per Lui: ci vuole di più, qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti: ci vuole l’amicizia”.

Il Pontefice ha parlato dell’importanza dell’amicizia che è un valore fondamentale sin dall’infanzia, “quando condividiamo i nostri giochi e i nostri doni con gli amici. Crescendo, confidiamo loro i nostri segreti; da adulti, condividiamo lealtà, soddisfazioni e preoccupazioni; da anziani, condividiamo i ricordi e i momenti di silenziosa contemplazione.

L’amicizia, per il Santo Padre, non è frutto di un calcolo, e neanche una costrizione, ma qualcosa che nasce spontaneamente, “e, se è vera, è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. Un amico vuol bene sempre. Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti lascia solo”.

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