In Svizzera, i prodotti cerealicoli della linea Cerelac, realizzati da Nestlé, sono noti per essere privi di “zuccheri aggiunti”, un aspetto che li caratterizza positivamente. Tuttavia, quando si esamina la stessa gamma di prodotti in paesi come il Senegal, il Sud Africa e le Filippine, si scopre che contengono fino a 7,3 grammi di zuccheri per ogni singola porzione. L’organizzazione non governativa Public Eye, collaborando strettamente con l’International Baby Food Action Network, ha portato alla luce la questione dei “doppi standard” adottati da Nestlé nel contesto del suo marketing internazionale. Un report recentemente pubblicato mostra che una percentuale allarmante, pari al 94%, dei prodotti Cerelac e Nido venduti nei mercati dell’Africa, dell’Asia e del Sud America, contiene quantità significative di zuccheri aggiunti.
L’impegno
Nonostante l’azienda Nestlé abbia manifestato il proprio impegno nel ridurre la quantità di zuccheri presenti nei suoi prodotti, ciò non ha placato le preoccupazioni di esperti del settore e delle linee guida internazionali, che si allarmano per le possibili ripercussioni sulla salute dei bambini. Autorità sanitarie in paesi come l’India e la Nigeria hanno dato il via a indagini approfondite, mentre Nestlé ha riaffermato la sua dedizione al rispetto degli standard di salute vigenti e ha promesso di implementare ulteriori miglioramenti nel prossimo futuro. Gli specialisti nel campo della nutrizione e della pediatria lanciano avvertimenti riguardo ai pericoli rappresentati dall’obesità infantile e enfatizzano l’importanza critica di instaurare abitudini alimentari salutari fin dalla più tenera età nei bambini. L’organizzazione Public Eye, quindi, esorta con forza Nestlé a generalizzare la politica di non aggiungere zuccheri nei suoi prodotti su scala mondiale, estendendo così le prassi positive già adottate con successo all’interno del mercato svizzero.
