martedì, 19 Novembre, 2024
Attualità

Crosetto: “I Paesi stranieri conoscono l’Italia per l’impegno e l’umanità dei militari”

Il Premier e il ministro della Difesa alle celebrazioni per l’anniversario dell’Esercito

Una pausa sul fronte politico in vista delle europee di giugno, sotto una pioggia battente, indossando un abito scuro e passando in rassegna le truppe schierate in parata. Così si è presentata ieri la Premier Giorgia Meloni all’ippodromo militare ‘Generale C.A. Pietro Giannattasio’ di Tor di Quinto, a Roma. In piedi su un veicolo tattico dell’Esercito, il Presidente del Consiglio ha salutato i militari presenti in rappresentanza di tutte le specialità dell’Esercito in occasione del suo 163esimo anniversario, consegnando personalmente alcune decorazioni miliari a membri dell’Esercito per i meriti ottenuti sul territorio nazionale e all’estero. Insieme a lei, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale non ha mancato di elogiare il lavoro svolto dal personale dell’Esercito e di salutare ogni militare che si trovi in servizio, sottolineando l’importanza delle nuove sfide a cui si dovrà far fronte: “L’Esercito è la Forza Armata che è più sottoposta allo stress del cambiamento perché deve adeguarsi, perché non può far finta di non vedere le minacce tutti i giorni”.

Il bene della Repubblica

Parlando dell’evoluzione delle Forze Armate, il Ministro della Difesa ha toccato altri punti fondamentali: “L’Esercito, dalla sua fondazione, si adattava all’evolversi del Paese, con un solo elemento fondamentale: il suo motto Salus populi suprema lex esto e cioè il bene della Repubblica, dello Stato, sia la legge suprema, questo è lo spirito dell’Esercito e delle Forze Armate. L’Esercito deve mantenere le tradizioni, ma deve anche sapersi innovare profondamente e noi dobbiamo saperci adeguare. La sfida del cambiamento è la sfida più difficile, perché riguarda ognuno di noi, perché il mondo come lo abbiamo vissuto fino al giorno prima è cambiato e quello che noi abbiamo preparato per affrontare le sfide è mutato, repentinamente. È un cambiamento che riguarda tutti, anche il parlamento, il governo. È cambiato il nostro modo di rapportarci al mondo. Pensavamo” – ha proseguito il Ministro – “che le guerre sparissero, scomparisse la necessità di una difesa che fosse pronta a difendere il Paese, affrontare una guerra. Negli ultimi due anni ci hanno riportato in uno scenario in cui la guerra può entrati in casa, in cui lo sviluppo commerciale ed economico dipende da minacce a migliaia di chilometri, in cui le navi che portano la ricchezza all’esterno e all’interno del Paese sono in mano all’integralismo e i militari, che fino a ieri erano impegnati nel mar Mediterraneo, devono allontanarsi e mettere a rischio la propria vita, in una guerra ibrida”.

Missioni di pace

Il Ministro della Difesa ha anche fatto un accenno alle missioni di pace, con un paragone sui nuovi scenari all’orizzonte che riguardano anche l’industria: “Le nostre Forze Armate erano impegnate in altri tipi di missione, come la più difficile in Afghanistan, che ha portato a casa tanti morti. Le regole, la formazione, gli scenari, le tecnologie cambiano. È un cambiamento che riguarda anche l’industria e il modo in cui l’industria collabora con le Forze Armate. Eravamo abituati a non avere fretta. Oggi non c’è tempo di aspettare”.

La questione della guerra, sempre nelle parole di Crosetto, non è più un qualcosa di così distante e non si può far finta di nulla: “Non possiamo sceglierci i nemici, dobbiamo confrontarci con loro. I tempi non sono dettati dalle abitudini ma dalle necessità che ci impongono gli altri”.

Il cambiamento

Rivolgendosi al Premier e alle autorità presenti, Crosetto ha ribadito che il cambiamento dell’Esercito dovrà riguardare anche le selezioni: “Bisogna avere il coraggio di dire alle persone che hanno deciso di intraprendere questa strada che oggi è più difficile che in passato. Dobbiamo anche essere chiari nel dire che questo tipo di Forze Armate non potranno più permettersi un’età media di 49 o 47 anni per i sottufficiali. Dovrà cambiare anche questo, la selezione, l’età media e il modo in cui trattiamo il pubblico impiego. Fare il soldato, mettendo a rischio la propria vita è diverso rispetto a fare qualsiasi altro lavoro. Questa specificità va riconosciuta, insieme alla crescita tecnologica di cui abbiamo bisogno”.

Discernere tra bene e male

Infine, rivolto a tutti i militari, Crosetto non ha mancato di elogiare nuovamente l’impegno a salvaguardia della nazione, con uno sguardo al futuro: “Avete il mio totale rispetto. Non penso che siate eroi, a nessuno di noi è chiesto di essere eroe. Ad ognuno di noi è chiesto, nel momento in cui va fatto, di scegliere di stare dalla parte giusta, del bene, del saper discernere tra il bene e il male. Migliaia di militari lo hanno fatto in questi anni, lo hanno fatto senza rendersene conto e hanno dato al mondo un’immagine dell’Italia di cui io, il Presidente del Consiglio, godiamo ogni volta che ci muoviamo. Andiamo in nazioni in cui non conoscono noi, ma hanno conosciuto l’Italia attraverso l’impegno di militari italiani che hanno portato con la loro divisa un’umanità, un modo di essere, un rispetto che ci ha fatto apprezzare. Siete stati inconsapevolmente ambasciatori del nostro Paese in luoghi in cui nessuna azienda, civile o ministro è andato. Questo siete stati in questi decenni. Nei prossimi dovrete essere anche ciò per cui siamo nati: il presidio della difesa dell’Italia, delle libere istituzioni italiane. Ne sarete all’altezza perché quando una persona indossa una divisa, diventa lo Stato, la Repubblica, diventa qualcosa in più. Voi che la indossate ogni giorno con orgoglio dovete ricordarlo, e noi dobbiamo ricordarcelo non solo nel giorno dell’anniversario, ma ogni volta che vi incontriamo”.

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