domenica, 7 Luglio, 2024
Esteri

La governatrice dell’Arizona firma la legge che revoca il divieto sugli aborti del 1864

La Governatrice dell’Arizona, Katie Hobbs, ha sancito l’abrogazione di una legge anti-aborto risalente al periodo della Guerra Civile, impegnandosi a tutelare i diritti riproduttivi. La normativa verrà attuata al termine della sessione legislativa attuale. Gli attivisti pro-choice auspicano un intervento della magistratura a sostegno. Con un margine ristretto, il Senato ha votato favorevolmente all’abrogazione con 16 voti a favore e 14 contrari, grazie anche al supporto di due senatori repubblicani. Analogamente, in stati come il South Dakota e la Florida, sono state proposte iniziative a favore dell’aborto. L’Attorney Generale Kris Mayes prevede che l’attuale divieto potrebbe rimanere in vigore fino a giugno o luglio, mentre i fautori della pro-life spingono per un’immediata applicazione.

La testimonianza

La legislazione del 1864 non prevede eccezioni in caso di stupro o incesto. La Corte Suprema dello stato non esclude conseguenze legali per chi pratica interruzioni di gravidanza. L’abrogazione introdurrebbe un limite di 15 settimane per l’esecuzione di un aborto. La rappresentante democratica Stephanie Stahl Hamilton ha portato la sua testimonianza personale al dibattito, evidenziando l’importanza dell’accesso ai diritti riproduttivi. Le ripercussioni della revoca di Roe v. Wade potrebbero essere decisive nelle future competizioni elettorali, segnando divisioni all’interno del partito repubblicano. Nonostante le pressioni ricevute, la senatrice repubblicana Shawnna Bolick ha votato a favore dell’abrogazione. La legge del 1864 è rimasta inattiva fino al capovolgimento della sentenza Roe nel 2022. Planned Parenthood Arizona è attivamente impegnata a mantenere disponibili i servizi abortivi fino all’entrata in vigore dell’abrogazione. Si sta procedendo alla raccolta di firme per un referendum che estenderebbe il diritto all’aborto fino alla 24ª settimana di gravidanza, mentre i repubblicani valutano misure alternative. Il dottor Ronald Yunis considera questa abrogazione un progresso significativo per i diritti dei pazienti e confida nella capacità del governatore e dell’Attorney Generale di garantire la sicurezza delle donne.

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