Prima Palazzo Chigi. Poi Quirinale. Infine la Santa Sede. Una mattinata romana intensa quella di ieri per il Re di Giordania Abdullah II Ibn Al Hussein che ha incontrato le più alte istituzioni italiane e del Vaticano. Tre tappe dove il focus principale è stato evidentemente il conflitto in Terra Santa, in pratica a un passo dal Paese arabo. “Lavorare tutti insieme per evitare un’escalation delle ostilità” è stato, in pratica, come vedremo, il suo motto.
Assistenza umanitaria
Il primo ad accogliere il Re di Giordania è stato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In circa 40 minuti di colloquio, i due leader hanno discusso della situazione in Medio Oriente, auspicando che gli sforzi diplomatici in corso per un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio dei prigionieri, in linea con la Risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza Onu, abbiano presto successo. Si sono concentrati sulla situazione umanitaria: il Premier ha espresso forte apprezzamento per il ruolo cruciale svolto dalla Giordania in questo ambito e ha ribadito l’impegno italiano nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza, anche in cooperazione con la Giordania. Richiamando la Dichiarazione dei Leader G7 del 14 aprile, il Primo Ministro ha ribadito la necessità di continuare a lavorare a una de escalation a livello regionale. I due hanno discusso anche delle eccellenti relazioni bilaterali che continuano a svilupparsi in ogni settore e Meloni ha accolto l’invito di Re Abdallah a recarsi in Giordania prossimamente.
Soluzione dei due Stati
Sùbito dopo, Sua Maestà è stato accolto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Anche in questo caso si è discusso degli ultimi sviluppi nella regione mediorientale concentrandosi in particolare sul deterioramento delle condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa giordana Petra, Re Abdullah ha detto a Mattarella che l’obiettivo deve essere il raggiungimento di un cessate il fuoco permanente a Gaza, ponendo fine alla catastrofe umanitaria nella regione e consentendo il flusso senza ostacoli degli aiuti con tutti i mezzi possibili. Ha quindi ribadito che una giusta soluzione alla questione palestinese sulla base della soluzione dei due Stati è essenziale per la pace e la stabilità nella regione. Il Presidente ha condiviso la preoccupazione per il deterioramento della situazione a Gaza e ha elogiato gli sforzi della Giordania nel fornire aiuti umanitari e nel mitigare le sofferenze degli abitanti della Striscia e ha anche messo in guardia sulle conseguenze di un’escalation militare a Rafah e ha sottolineato l’importanza del ruolo della Giordania in un momento così critico per la regione.
Scambio di doni
La giornata nella Capitale del Re si è conclusa quindi in Vaticano con un’udienza privata durata venti minuti: il Papa ha donato al suo ospite un quadro in mosaico raffigurante la ‘Benedizione Papale in Piazza San Pietro’, opera dei mosaicisti dello Studio del Mosaico Vaticano, oltre ai consueti volumi dei documenti papali e al Messaggio per la pace di quest’anno. Il Re ha donato a Francesco una scultura in metallo composta di lettere arabe.