Il 2023 si è rivelato tragico per i ciclisti italiani, con un totale di 197 morti registrati su strada. E il 2024 sembra iniziare sulla stessa strada pericolosa. L’Osservatorio Ciclisti Asaps-Sapidata ha ripreso il suo monitoraggio, segnalando un aumento significativo dei decessi nei primi mesi dell’anno. A febbraio, il numero di ciclisti deceduti è stato di 7, un dato che non può essere ignorato, considerando che a gennaio erano già stati registrati 18 morti. Si tratta di un numero che preoccupa gli esperti, specialmente alla luce dei dati degli ultimi sei anni, durante i quali i decessi a gennaio si sono mantenuti in media intorno ai 12. L’aumento del 50% rispetto all’anno precedente solleva seri interrogativi sulla sicurezza stradale per i ciclisti. Il mese di marzo ha visto altre 15 vittime, mentre aprile si è chiuso con 14 casi riportati. Da inizio anno, sono deceduti 50 uomini e 4 donne, un aumento significativo rispetto allo stesso periodo del 2023, quando si contavano 36 vittime.
Fascia più colpita
La fascia di età più colpita sembra essere quella sopra i 65 anni, con 30 dei 54 ciclisti deceduti appartenenti a questa categoria. L’ultima settimana ha visto la tragica morte di due ciclisti anziani. In aggiunta alle sfide sulla sicurezza stradale, sono emersi casi di pirateria stradale in diverse regioni italiane. Dall’incidente mortale a Cona (Venezia) al tragico episodio di Borgaro Torinese, dove un ciclista è stato abbandonato a morire in strada, questi eventi hanno evidenziato la vulnerabilità dei ciclisti sulle strade italiane. Le regioni più colpite sono il Veneto e la Lombardia, entrambe con 9 decessi, seguite dall’Emilia Romagna con 7. Anche in regioni come la Campania, il Lazio e la Toscana si sono registrati un numero significativo di morti. Il caso di un 90enne investito da un autobus su corsia preferenziale a Bolzano e altri incidenti simili sottolineano l’urgenza di migliorare la sicurezza stradale per i ciclisti in tutto il Paese.