La Corte d’Appello di New York ha annullato la precedente condanna di Harvey Weinstein con una decisione non unanime di 4 a 3, invocando la testimonianza di alcuni individui che sono stati giudicati come non direttamente pertinenti al caso in questione. Tarana Burke, l’attivista che ha fondato l’influente movimento #MeToo, ha espresso durante una conferenza stampa che tale ribaltamento della condanna non diminuisce l’importanza e la rilevanza del movimento. Anzi, interpreta l’evento come un segnale di allarme che invita a un ulteriore e più deciso impegno nell’attivismo.
Produttore cinematografico
Le accuse mosse nel 2017 contro il 72enne Weinstein, un tempo potente e temuto produttore cinematografico vincitori di Oscar per Pulp Fiction e Shakespeare In Love, hanno agito da potente catalizzatore per l’espansione globale del movimento #MeToo. Ashley Judd, con profonda amarezza, ha espresso la sua opinione riguardo la decisione, descrivendola come un “tradimento istituzionale” che tradisce le aspettative delle vittime di abusi sessuali. In aggiunta, celebrità come Mira Sorvino e Cara Delevingne hanno espresso pubblicamente il loro disappunto e il loro sdegno riguardo l’inaspettato esito del processo. Dall’altro lato, l’avvocato difensore di Weinstein ha salutato con favore la decisione della Corte, interpretandola come un segno di correttezza e affidabilità del sistema giudiziario americano. Tuttavia, nonostante questa rivincita legale, la Procura di Manhattan ha mostrato fermezza e prontezza nell’intraprendere un nuovo processo contro Weinstein, che attualmente rimane in custodia a causa di altre condanne pendenti. Weinstein continua a proclamare la propria innocenza, sostenendo che tutte le sue interazioni erano basate sul consenso reciproco.