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A man standing in a suit and a hat looking at a rock wall in the sun

Tornano antisemitismo e intolleranza con la scusa dei palestinesi. Altro che Sessantotto…

venerdì, 26 Aprile 2024
1 minuto di lettura

Gli studenti che in America paralizzano le università, che in Italia occupano i rettorati e i facinorosi che ieri hanno insultato e preso a calci e pugni la Brigata ebraica e chi manifestava per il 25 aprile sono un segnale preoccupante che non va sottovalutato.

Qualcuno ha azzardato a scrivere che potrebbe essere l’inizio di un altro Sessantotto. Ma non è così.
I ragazzi del Sessantotto erano confusamente portatori di un messaggio di libertà, si opponevano ad una guerra orribile e sbagliata, quella del Vietnam, auspicavano una società migliore, più attenta ai valori della persona e della comunità e non solo a quelli dell’economia.
Quello che sta andando in scena da un paio di mesi in qua è ben altro fenomeno e poco a che vedere con una realistica visione della questione palestinese.

Gli studenti americani e italiani o non leggono i giornali-cosa molto probabile- oppure fanno finta di non sapere che i Governi di Washington e Roma, come tutti gli altri Paesi dell’Occidente sono favorevoli alla soluzione “due Stati per due popoli” per chiudere una volta per tutte la questione palestinese e garantire sicurezza a Israele. Europa e Stati Uniti hanno condannato gli eccessi commessi dalle truppe israeliane agli ordini di un premier come Netanyahu che non ascolta gli inviti dei Paesi amici alla moderazione.
Le manifestazioni di questi sedicenti difensori dei diritti del popolo palestinese sono ipocrite e in malafede. Nessuno di loro è sceso in piazza l’8 ottobre dopo i pogrom perpetrati da Hamas contro tanti giovani come loro che sono stati uccisi o sono stati rapiti solo perché erano ebrei. A quali valori si appellano dunque questi manifestanti il cui linguaggio e le cui azioni trasudano violenza ? Usano due pesi e due misure: non una parola di condanna per i crimini perpetrati da Hamas contro gli israeliani e tanta aggressività gratuita per sostenere una causa, quella palestinese, che sta a cuore a tutto l’Occidente che si sta battendo per dare a quel popolo uno stato.

Quello che si nasconde dietro slogan apparentemente nobili è l’intolleranza e -cosa ancora più grave- l’antisemitismo che, come un cancro, riaffiora sempre e non solo a parole. Nelle università americane gli studenti ebrei non si sentono più al sicuro e vengono discriminati e minacciati. Quello che è successo ieri a Milano contro la Brigata ebraica è antisemitismo della peggior risma. Non possiamo restare con le mani in mano di fronte a tutto questo. Ha fatto bene lo speaker della Camera dei rappresentanti americana, il coraggioso Jhonson, a criticare l’inadeguatezza delle misure prese dalla Columbia University per garantire agli studenti di poter frequentare le lezioni e non subire le violenze di chi occupa il campus.
Dobbiamo alzare la guardia e non mostrare alcuna accondiscendenza.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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