Elon Musk ha criticato aspramente l’Australia per le accuse di censura, in seguito alla decisione di un giudice che ha imposto alla sua piattaforma di social media di impedire la diffusione globale di un video che ritrae l’accoltellamento di un vescovo a Sydney.
Il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha descritto Musk come un “miliardario presuntuoso” e fuori dalla realtà. La X Corp., così rinominata da Musk nel 2023, ha contestato i comandi australiani che ordinavano la rimozione dei post relativi all’assalto in diretta avvenuto il 15 aprile. La Commissione per la sicurezza online (eSafety Commission) australiana ha ottenuto un’ingiunzione temporanea dalla Corte Federale di Sydney per bloccare il video, in attesa di una valutazione su un eventuale bando definitivo.
Musk ha deriso la situazione pubblicando una vignetta satirica sulla libertà di espressione e ha chiamato in causa Albanese per il suo sostegno velato alla piattaforma. Albanese ha riprovato Musk per il suo desiderio di diffondere materiale violento, evidenziando la necessità di responsabilità sociale all’interno dei social media.
L’avvocato della eSafety Commission ha espresso preoccupazione che la permanenza del video online avrebbe provocato danni incalcolabili, mentre il legale di X ha sostenuto che l’ordine superasse la giurisdizione australiana. Musk ha sarcasticamente etichettato Julie Inman Grant, commissario per la eSafety, come il “commissario per la censura” australiano. Albanese ha ribadito come le pubblicazioni sui social media abbiano esacerbato il dolore causato dagli attacchi a Sydney. X ha sostenuto che i contenuti non violavano le proprie politiche e che l’ordine di cancellazione non era conforme alla legislazione australiana, tuttavia lo ha rispettato in attesa di un ricorso.
La piattaforma si è opposta alla decisione davanti alla giustizia. I post e la diretta dell’aggressione hanno scatenato disordini a Sydney, risultando in 51 agenti di polizia feriti e 104 veicoli danneggiati. Un adolescente di 16 anni è stato incriminato per l’attentato.