La Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato il disegno di legge che stanzia 60 miliardi di dollari per l’Ucraina. Anche il provvedimento per gli aiuti a Taiwan e Israele. Nel testo approvato anche il provvedimento sulla sicurezza nazionale che prevede la messa al bando di Tik Tok; il finanziamento è destinato principalmente a ostacolare aggressioni cinesi nella regione, in particolare contro Taiwan. I disegni di legge votati sono quattro e, appunto, prevedono gli aiuti per l’Ucraina (60,8 miliardi di dollari), Israele (26, di cui 9 per aiuti umanitari) e Taiwan (8 miliardi). Inoltre si potranno utilizzare gli asset russi congelati e imporre nuove sanzioni a Mosca, Teheran e Pechino. Ora toccherà al Senato e poi il Presidente Biden potrà promulgare le leggi. I repubblicani si sono spaccati quasi a metà, per il sì e per il no, e la deputata Marjorie Taylor Greene, alleata di Trump, ha cercato di ostacolare la decisione con un emendamento che prevedeva l’azzeramento dei finanziamenti a Kiev. I democratici hanno agitato bandiere ucraine e scandito “Ucraina, Ucraina” all’ufficializzazione del via libera. Fuori dall’Aula centinaia di manifestanti pro Ucraina e pro Palestina. Il Presidente Zelensky ha subito commentato dicendo: “sono grato alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a entrambi i partiti e personalmente al presidente Mike Johnson per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta.”
Zelensky: Putin ha paura di noi
Il Presidente russo Vladimir Putin ha paura degli ucraini. Lo ha sottolineato il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista con giornalisti brasiliani trasmessa sul suo account Telegram. “Credetemi, Putin ha molta paura di noi, ne sono sicuro. Perché è una persona insicura. Le persone sicure di sé con un grande esercito, un grande stato con armi nucleari non minacciano il mondo. Le persone coraggiose non minacciano la civiltà, l’esistenza della Terra e di tutti gli esseri viventi con le armi nucleari”, ha dichiarato. Zelensky ha inoltre affermato che per Putin la vittoria significa “restaurare l’Unione Sovietica distruggendo altri popoli e altri Paesi indipendenti”. A suo avviso, nonostante la fatica che esiste, gli ucraini non hanno alcuna intenzione di arrendersi: “l’Ucraina non si tirerà indietro da nessuna parte. Non è tutto facile, non c’è euforia, sono d’accordo. Ma nessuno si arrende.”
Gb: i soldi non arrivano a Kiev
Solo poco più di 400 milioni di sterline del fondo militare da 900 milioni di sterline (poco più di 1 miliardo di euro) destinato all’Ucraina, e gestito dal ministero della Difesa di Londra, sono state utilizzate a causa di ritardi burocratici nell’assegnazione degli appalti: ritardi che hanno spinto i critici ad accusare il governo di lentezze nella fornitura di armi al fronte. Secondo il quotidiano britannico Guardian il Fondo internazionale per l’Ucraina, guidato dal Regno Unito – conta nove Paesi tra i suoi donatori (Gb, Danimarca, Islanda, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Australia e Nuova Zelanda) – non ha inviato alcuni dei materiali previsti dai contratti già firmati e molto di quanto promesso non raggiungerà l’Ucraina prima della primavera 2025, hanno ammesso i ministri.
Guerra di droni kamikaze
Le forze ucraine avrebbero attaccato l’infrastruttura energetica che alimenta gli impianti dell’industria petrolifera e militare russa: sono state colpite sottostazioni elettriche e una base di stoccaggio di carburante, secondo quanto riporta Rbc-Ucraina citando fonti anonime. Secondo le fonti, decine di droni ucraini avrebbero attaccato le regioni russe di Belgorod, Bryansk, Kursk, Tula, Smolensk, Ryazan, Kaluga e Mosca. Sarebbero state colpite almeno tre sottostazioni elettriche e una base di stoccaggio di carburante, dove sono scoppiati incendi. Si sarebbe trattato di un’operazione congiunta dei servizi di intelligence (Sbu), del servizio di sicurezza statale e delle Forze speciali dell’esercito ucraino. Diversi impianti sarebbero stati attaccati da droni kamikaze. Da parte sua, il ministero della Difesa russo ha annunciato che la difesa aerea del Paese ha abbattuto durante la notte 50 droni ucraini su diverse regioni, inclusa quella di Mosca.
Giornalisti uccisi
Un inviato di guerra del quotidiano russo Izvestia è stato ucciso in un attacco di droni ucraini nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia. L’attacco è avvenuto venerdì mentre il giornalista Semyon Eremin, 42 anni, e la sua troupe tornavano da un reportage nel villaggio di Pryiutne, in prima linea, ha detto il giornale. “Sono stati attaccati contemporaneamente da diversi droni nemici.” La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un comunicato ha condannato fermamente l’attacco, definendolo un “atto di vendetta” per il suo lavoro giornalistico. “Chiediamo che le organizzazioni internazionali e le strutture per i diritti umani condannino immediatamente e con decisione l’ennesimo brutale omicidio di un giornalista russo”, ha affermato. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti almeno 15 giornalisti sono stati uccisi mentre seguivano il conflitto in Ucraina.