giovedì, 21 Novembre, 2024
Attualità

Unesco. Nata a Barcellona la piattaforma “Città con l’Oceano”

Migliaia di partecipanti alla Conferenza del Decennio Oceanico 2024

Si è tenuta a Barcellona la Conferenza del Decennio Oceanico 2024, uno dei più grandi raduni della comunità oceanica globale. Sono intervenuti oltre 1.500 partecipanti – capi di Stato e di governo, esperti, Ong e partner del settore privato – per fare il punto sui progressi del Decennio delle Nazioni Unite sulle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030) guidato dall’Unesco, e per annunciare nuove iniziative. Varata anche la piattaforma “Città con l’Oceano” alla quale partecipano 13 città simbolo nate sui mari. La Direttrice Generale dell’Unesco, Audrey Azoulay ha ricordato come “dal 2021 molto è stato realizzato, basandosi sui tre pilastri: comprensione, educazione e protezione. Più di 500 progetti sono stati implementati in 60 Paesi e più di un miliardo di dollari è stato mobilitato, ma resta ancora molto da fare. Dobbiamo continuare a investire in scienza, continuare a istruire, allertare, aumentare la consapevolezza. Il massimo della mobilitazione è la nostra unica alternativa per salvare l’oceano”.

Oceani fino al 2029

La conferenza contribuisce a definire la roadmap internazionale sugli oceani per i prossimi cinque anni. Copre l’intera gamma delle sfide del decennio oceanico, comprese questioni critiche come il clima e la biodiversità marina, i rischi naturali, l’inquinamento e il cibo e la nutrizione blu sostenibili. Mira inoltre a creare nuove basi per rafforzare la gestione sostenibile dell’oceano, promuovere l’innovazione basata sulla scienza e far crescere l’economia blu, dal globale al locale, senza lasciare indietro nessuno. Nel corso del summit internazionale, l’Unesco e 13 città simbolo, hanno annunciato la creazione della piattaforma “Città con l’Oceano”, una nuova alleanza tra l’Organizzazione e le città e i porti costieri, che integra il lavoro già in corso tra l’Unesco e i suoi 194 Stati membri.

Tsunami Ready

Con il 75% delle megalopoli di tutto il mondo situate lungo la costa, la loro popolazione è tra le più colpite dai rischi oceanici naturali e causati dall’uomo – tra cui tsunami, inquinamento degli oceani e gli effetti del cambiamento climatico – ma sono anche i primi a rispondere e nella posizione migliore per attuare le decisioni a livello locale per affrontare questi problemi. L’Unesco sosterrà queste città sviluppando programmi adatti alle loro esigenze, come il potenziamento del programma “Tsunami Ready” dell’Unesco, la formazione degli urbanisti per anticipare i rischi dell’erosione costiera o la raccolta di dati scientifici essenziali per gli strumenti sviluppati dall’Unesco come il Global Ocean Observing System. Un primo simposio internazionale sulle città costiere riunirà questa rete a Qingdao, una delle città costiere più grandi della Cina, il prossimo anno.

12 centri per l’economia blu

Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni ha presentato la candidatura della città ad ospitare il dodicesimo centro collaborativo per il Decennio dell’Oceano, centrato sull’economia blu sostenibile. Questo settore rappresenta già il 4,3% del Pil della città e l’1,4% dell’occupazione. L’Unesco condurrà uno studio di fattibilità entro settembre 2024, in vista dell’apertura del centro entro la fine dell’anno. La priorità dell’Unesco è far progredire la conoscenza scientifica. Grazie al Decennio, sono già state generate grandi quantità di dati e conoscenze su diverse questioni che vanno dall’acidificazione e l’ossigenazione degli oceani, all’innalzamento del livello del mare, alla biodiversità e alla batimetria. Con l’Organizzazione Idrografica Internazionale, l’Unesco ha già mappato il 25% dei fondali oceanici ad alta risoluzione – rispetto ad appena il 6% nel 2017. Ha inoltre avanzato la mappatura delle specie oceaniche compilando 126 milioni di osservazioni su più di 180.000 specie. Ha chiesto ai singoli stati di introdurre l’insegnamento di materie attinenti agli oceani e promosso iniziative che hanno coinvolto centinaia di migliaia di studenti e studentesse in tutto il mondo.

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