Il sito web dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha pubblicato il testo della risoluzione approvata il giorno prima, adottata in relazione alla morte dell’oppositore russo Alexei Navalny nella colonia il 16 febbraio. La risoluzione contiene proposte di misure severe contro le autorità russe e la morte di Navalny è definita un omicidio, di cui lo Stato russo ha la piena responsabilità. L’APCE ha anche chiesto sanzioni contro circa 50 persone che, secondo l’assemblea, sono state direttamente coinvolte nella persecuzione di Navalny (alcune di loro sono già sulla lista delle sanzioni).
“Sotto il governo di Vladimir Putin, la Federazione Russa si è effettivamente trasformata in una dittatura”, afferma la risoluzione. Si sostiene inoltre che il regime di Vladimir Putin sia guidato dall’“ideologia neo-imperiale del “mondo russo” per giustificare l’aggressione contro gli Stati vicini. È indicato che anche i gerarchi della Chiesa ortodossa russa, guidati dal patriarca Kirill, giocano un ruolo importante nel rafforzamento di questa ideologia. Il che viene definito: “abuso della religione e deformazione della tradizione cristiano-ortodossa”. La risoluzione reca anche un appello a considerare la leadership della Chiesa ortodossa russa come complice dei crimini commessi dal regime di Putin.
Le elezioni presidenziali tenutesi in Russia a marzo sono definite illegittime nella risoluzione. Già nel 2023, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa adottò un’altra risoluzioni che non riconosceva Putin come legittimo presidente della Russia.
Il documento chiede la fornitura immediata delle armi e delle munizioni necessarie all’Ucraina, l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia, la lotta per il rilascio o lo scambio dei prigionieri politici detenuti nelle carceri di Russia e Bielorussia, l’utilizzo dei beni russi congelati per aiutare l’Ucraina e la creazione di un tribunale internazionale per indagare sul presunto reato di aggressione da parte della leadership russa. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha tra l’altro affermato che le raffinerie di petrolio russe dovrebbero essere considerate obiettivi militari legittimi.
La risoluzione chiede anche il dialogo con le forze democratiche di Russia e Bielorussia, in particolare la nomina di un relatore speciale per i contatti con loro.
La Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa poco dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina nel 2022 e, di conseguenza, non partecipa ai lavori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, le cui risoluzioni sono essenzialmente di natura consultiva.
Giovedì all’Assemblea parlamentare è intervenuta Evgenia Kara-Murza, moglie dell’oppositore russo Vladimir Kara-Murza, condannato in Russia a 25 anni di carcere e detenuto in una colonia penale. La risoluzione esprime preoccupazione per la sua situazione e incita a battersi per la sua liberazione.