“I conflitti armati a Gaza e in Sudan hanno provocato conseguenze umanitarie catastrofiche e inconcepibili per i bambini, che ora rischiano la fame e un imminente rischio di carestia se non si interviene con urgenza per garantire e accelerare la fornitura sicura, sistematica e senza ostacoli di assistenza salvavita”. A parlarne è la Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i bambini e i conflitti armati, Virginia Gamba, che esorta “tutte le parti ad attuare un immediato cessate il fuoco umanitario. Ne va del futuro dei bambini di Gaza, del Sudan e di altre situazioni disastrose”.
In particolare, nel comunicato del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite si legge: “L’Unicef riferisce che nel Nord di Gaza un bambino su sei è gravemente malnutrito, mentre in Sudan quasi 14 milioni di bambini ‘la metà dei bambini del Paese’ hanno ora bisogno di assistenza umanitaria e 730.000 bambini sono già gravemente e gravemente malnutriti”.
Nel 2018, la risoluzione 2417 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto il legame tra conflitti armati, insicurezza alimentare e minaccia di carestia. “Invito tutte le parti a proteggere i civili – ha dichiarato Virginia Gamba – e a facilitare l’accesso sicuro, rapido e senza ostacoli a tutti i civili in difficoltà, nel pieno rispetto del diritto umanitario internazionale. Esorto le parti ad attuare un immediato cessate il fuoco umanitario. Ne va del futuro dei bambini di Gaza, del Sudan e di altre situazioni disastrose”.
Una situazione umanitaria catastrofica
Il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite rende noto che “l’assistenza umanitaria non viene fornita al Nord di Gaza nella misura necessaria a soddisfare bisogni catastrofici”, sottolineando l’urgenza di “aumentare le forniture per soddisfare i bisogni umanitari dei civili, compresi i bambini, a Gaza, come richiesto dalla Risoluzione 2712 (2023) del Consiglio di Sicurezza”. In Sudan, un anno di conflitto ha scatenato una situazione umanitaria catastrofica, con oltre 25 milioni di persone che necessitano di assistenza urgente. La situazione è particolarmente grave negli Stati del Darfur, di Khartoum e del Kordofan meridionale, dove si trova il 90% delle persone, soprattutto donne e bambini, che devono affrontare livelli di emergenza di insicurezza alimentare acuta, secondo l’OCHA (Ufficio per gli affari umanitari Nazioni Unite). La fame acuta è aumentata con conseguenze devastanti; una recente valutazione ha rilevato che nel campo di Zamzam, nel Darfur settentrionale, muore un bambino ogni due ore.
Facilitare l’accesso agli aiuti umanitari è un obbligo
In questi conflitti e in molte altre situazioni l’assistenza umanitaria e il personale si trovano ad affrontare problemi di accesso e maggiori rischi per la sicurezza. L’accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli è un prerequisito per un’azione umanitaria efficace e il Rappresentante speciale invita tutte le parti in conflitto a Gaza, in Sudan e in altre situazioni a rispettare i propri obblighi in merito. Il Rappresentante speciale invita inoltre le parti a rispettare le attività delle organizzazioni umanitarie in linea con i principi umanitari di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. “Da Gaza al Sudan, milioni di bambini intrappolati nei conflitti armati soffrono di fame acuta. L’accesso all’acqua, al cibo e ad altri aiuti salvavita per i bambini non è solo una questione di sopravvivenza immediata, ma anche di salute e crescita sostenibile. Facilitare l’accesso agli aiuti umanitari non è una scelta, è un obbligo per tutte le parti in conflitto armato e lo è anche la protezione dei bambini”, ha aggiunto Virginia Gamba.