Lo scorso 9 aprile presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le associazioni Adoc, Assoutenti e Federconsumatori, in rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori del CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti), hanno preso parte alla Commissione di allerta rapida sui prezzi. Nel corso della riunione sono stati presentati i dati BMTI, ISMEA e ISTAT sull’andamento dei costi all’origine e al dettaglio di un paniere di prodotti alimentari. “I dati emersi sono preoccupanti – ha dichiarato l’Assoutenti, sottolineando – come tali elementi attestano che i prodotti più acquistati dalle famiglie italiane abbiano subito, negli ultimi anni, forti incrementi, solo in minima parte giustificati dagli andamenti dei costi della materia prima, degli imballaggi e delle lavorazioni, mentre i prezzi di energia e carburanti, che hanno fortemente inciso sugli aumenti nel medio lungo-periodo e sui picchi registrati l’anno scorso, singolarmente non determinano l’effetto inverso quando diminuiscono. Nel medio-lungo periodo, anche quando gli incrementi dei costi delle materie prime e dei costi di produzione si sono arrestati, i prezzi al consumo sono rimasti, nella migliore delle ipotesi, stabili, ma in molti casi hanno continuato la loro corsa al rialzo”.
Aumento anche delle rinunce e dei sacrifici
In base ai dati illustrati alla Commissione, nel periodo febbraio 2019-febbraio 2024, i prezzi al dettaglio dell’olio extravergine d’oliva sono rincarati in Italia dell’81,1%, la pasta secca è aumentata del 35,6%, le uova del 25,7%, la passata di pomodoro del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%. “Un andamento che ci deve far riflettere – evidenzia Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori – nonostante, infatti, non vi siano più le condizioni che hanno provocato il rialzo dei listini al dettaglio, i prezzi dei prodotti alimentari non sono tornati ai livelli precedenti. Tale tendenza, in assenza di una adeguata crescita dei redditi fissi, stipendi e pensioni, che sono invece rimasti inspiegabilmente fermi, non ha fatto altro che determinare un progressivo impoverimento delle famiglie, una contrazione del loro potere di acquisto, un aumento delle rinunce e dei sacrifici sul fronte dei consumi, arrivando ad intaccare settori fondamentali quali la salute, oltre che causare danni alla crescita economica complessiva e al mercato interno”.
Necessario istituire
Osservatori territoriali anti-inflazione Inoltre, Anna Rea, presidente Adoc, sottolinea l’importanza di “adottare misure strutturali di riduzione dei prezzi dei beni energetici e dei carburanti, che condizionano i costi di produzione e di distribuzione delle merci, agendo sui sistemi di regolazione pubblici e sugli oneri fiscali e parafiscali che li appesantiscono, perché i loro aumenti incidono fortemente sui prezzi al dettaglio dei beni di largo consumo”. Infine, il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso afferma: “I prezzi devono scendere senza se e senza, perché la mancata riduzione configura una intollerabile speculazione a danno delle famiglie, trattandosi di beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno. Per questo – conclude Melluso – nel ringraziare il Garante dei prezzi per il lavoro svolto sulla trasparenza della filiera, ribadiamo la necessità di istituire Osservatori territoriali anti-inflazione presso tutte le Prefetture, con il compito sia di monitorare in tempo reale l’andamento dei listini sia di segnalare con immediatezza anomalie e criticità”.