domenica, 24 Novembre, 2024
Esteri

Uccisi tre figli e tre nipoti di Haniyeh

Piano Usa bloccato: Hamas non trova gli ostaggi

Hamas respinge il piano di pace degli Stati Uniti che prevede la liberazione immediata di 40 ostaggi israeliani e le trattative rallentano, ma secondo i media americani i palestinesi non sono in grado di identificare tutti i sequestrati e rintracciarli. Ieri sono stati uccisi tre figli e tre nipoti del leader palestinese, Ismail Haniyeh: “sono dei martiri”, ha commentato, mentre il Presidente Biden disapprova la strategia del premier Netanyahu; “non sono d’accordo col suo approccio”, e su X ha rivolto una pensiero speciale ai palestinesi che celebrano la fine del Ramadan.

Le trattative sono in stallo perché c’è il timore che possano essere morti più ostaggi di quanti siano pubblicamente noti e alcuni non siano nelle mani di miliziani controllati né da Hamas né dalla Jiad. Israele, nei colloqui al Cairo, ha acconsentito a concessioni sul ritorno dei palestinesi nel Nord di Gaza ma ritiene che Hamas non voglia concludere un accordo. Secondo la proposta presentata dagli Stati Uniti, Israele consentirebbe il ritorno di 150.000 palestinesi nel Nord di Gaza senza controlli di sicurezza. In cambio, secondo le stesse fonti, Hamas dovrebbe fornire un elenco delle donne, degli anziani e dei malati in ostaggio e ancora in vita. Il premier Netanyahu non si è ancora espresso, mentre il ministro Gantz si è tenuto le mani libere e ha detto: “restiamo liberi di agire a Gaza. L’esercito entrerà a Rafah e tornerà a Khan Yunis. La vittoria arriverà passo dopo passo, siamo sulla buona strada e non ci fermeremo” e ha aggiunto che “l’obiettivo più urgente, moralmente e a livello nazionale, è riportare a casa gli ostaggi”. Mentre il ministro Gallant ha smentito il premier Netanyahu e parlando con il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin, ha dichiarato: “non c’è un giorno specifico per l’operazione a Rafah”. Quanto alle tensioni con Teheran, il ministro degli Esteri Katz, ha sottolineato che “se l’Iran attacca dal suo territorio, Israele reagirà e attaccherà in Iran”.

Oltre 7.000 dispersi

Il mancato accordo di pace, o di tregua lunga o breve che sia, finora ha portato oltre 33.000 morti e più di 76.000 feriti tra i palestinesi. Tra questi circa 15.000 bambini e 10.000 donne. Israele afferma di aver ucciso circa 12.000 combattenti palestinesi e di aver avuto oltre un migliaio di morti e centinaia di militari uccisi. Il bilancio complessivo delle vittime è probabilmente molto più alto poiché si stima che oltre 7.000 persone siano disperse e presumibilmente sepolte tra le macerie degli edifici bombardati. Ieri da Gaza durante un raid israeliano sono stati assassinati tre figli e tre nipoti del leader di Hamas all’estero, Ismail Haniyeh. “L’uccisione dei miei figli non influenzerà le richieste di Hamas sul cessate il fuoco” ha commentato Haniyeh: “anch’io pago il prezzo della guerra di Gaza. Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti.”

Biden per l’Eid Al-Fitr

Intanto i palestinesi hanno iniziato la festa di fine Ramadan, l’Eid Al-Fitr, nei rifugi improvvisati a Gaza e anche sulle macerie di moschee distrutte dai bombardamenti. I siti internazionali mostrano tra le altre una foto con decine di fedeli che si sono riuniti per pregare tra le rovine della moschea al-Farouk a Rafah, distrutta a febbraio durante un’offensiva israeliana. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rivolto un pensiero speciale per i palestinesi della Striscia di Gaza durante i suoi auguri per l’Eid al-Fitr. “Mentre le famiglie e le comunità musulmane si riuniscono per l’Eid al-Fitr, riflettono anche sul dolore provato da così tanti. I miei pensieri vanno a coloro che in tutto il mondo sopportano conflitti, fame e sfollamenti, anche in luoghi come Gaza e il Sudan”, ha scritto Biden in un post su X. “Ora è il momento di impegnarsi nuovamente nell’opera di costruzione della pace e di difesa della dignità di tutti”.

Un nuovo valico

A sud della Striscia, la parte dell’esercito di terra israeliano sta allestendo un nuovo valico di frontiera per agevolare la consegna degli aiuti umanitari. Lo riporta la radio dell’esercito dello Stato ebraico, secondo cui lo Stato ebraico “in questa fase rinuncia ad aprire il valico di Erez, temendo che venga bloccato dai manifestanti israeliani”. L’esercito spera che l’ubicazione del nuovo valico, che sarà costruito nel nord di Gaza, ma in una posizione meno centrale, renderà difficile per i manifestanti bloccare l’ingresso degli aiuti nell’enclave palestinese. Il Cogat – l’ente israeliano di raccordo con i Territori palestinesi – ha fatto sapere che negli ultimi 3 giorni Israele ha trasferito a Gaza oltre 1.200 camion di aiuti umanitari. “Attualmente – ha spiegato – 500 camion sono in attesa di entrare nella parte di Gazadi Kerem Shalom e aspettano di essere prelevati dalle agenzie dell’Onu”. Il Cogat ha poi attaccato le Nazioni Unite “perché facciano il loro lavoro, si concentrino sulla distribuzione e smettano di incolpare Israele per i loro enormi fallimenti”.

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