Una serie di attacchi missilistici e droni russi a partire dal 22 marzo ha distrutto gran parte delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Il danno, che costerà miliardi di dollari, richiede molti mesi per essere riparato, ha paralizzato la capacità dell’Ucraina di illuminarsi e riscaldarsi a medio termine e segna un’importante escalation nell’invasione in corso da parte della Russia.
L’ultima ondata di attacchi aerei russi è stata notevole per la sua ampiezza. Praticamente tutte le centrali termoelettriche dell’Ucraina sono state colpite insieme a una serie di sottostazioni. DTEK, la più grande compagnia elettrica privata dell’Ucraina, riferisce che due delle sue centrali termoelettriche (TPP) non sono più operative e che le riparazioni richiedono diversi anni. Anche un altro stabilimento a Kharkiv è stato gravemente danneggiato e, secondo le autorità regionali, ci vorranno anni per ripararlo.
La condizione specifica di ulteriori centrali elettriche ucraine rimane riservata, ma i rapporti sui recenti blackout in diverse grandi città hanno sottolineato la portata della minaccia alla rete elettrica ucraina. Con una mossa che conferma l’entità del danno causato dai recenti bombardamenti russi, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha ordinato la chiusura anticipata del riscaldamento.
Tra gli obiettivi russi degli ultimi giorni c’è stata la diga idroelettrica di Dnipro, suscitando il timore di un possibile disastro ecologico. La diga in sé non è crollata, ma la centrale elettrica è stata parzialmente distrutta e, secondo quanto riferito, le sostanze inquinanti si stanno riversando nel bacino idrico. Ancora più preoccupante è il fatto che la vicina centrale nucleare di Zaporizhzhya ha perso la connettività alla rete a causa dell’attacco, mettendo a rischio l’arresto dei suoi sistemi di raffreddamento. Energoatom ha definito la situazione “estremamente pericolosa”.
In un’ulteriore escalation, la Russia ha anche ampliato la sua offensiva aerea con attacchi agli impianti di stoccaggio del gas naturale dell’Ucraina. Questi impianti, che ospitano grandi quantità di gas per i clienti europei, non erano mai stati presi di mira nelle precedenti campagne di bombardamento russe. Sebbene gli stessi impianti di stoccaggio siano sotterranei, le stazioni di pompaggio che consentono l’immissione e l’estrazione del gas non lo sono.
Il 24 marzo, la Russia ha lanciato circa 20 missili e droni presso il deposito di Bilche-Volitsko-Ugerskoye, che rappresenta circa la metà della capacità di stoccaggio totale dell’Ucraina. La compagnia statale ucraina del gas Naftogaz ha minimizzato l’entità del danno ma ha riconosciuto che si rendono necessarie riparazioni. I funzionari di Naftogaz hanno anche cercato di rassicurare i clienti europei dello stoccaggio che tutti gli obblighi sarebbero stati rispettati dall’Ucraina, indipendentemente dagli attacchi aerei russi.
Mosca sta bombardando le infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina, gettando intere città ucraine nell’oscurità. Questa escalation ha portato le autorità ucraine a dichiarare che non cercheranno una proroga del contratto di transito del gas tra la Russia e l’Ucraina, in scadenza a dicembre 2024.
Con la vulnerabilità degli impianti di stoccaggio del gas ucraini diventata un problema a causa dei recenti attacchi aerei russi, e l’instabilità in Medio Oriente che rende il GNL del Golfo Arabico meno sicuro e molto più costoso, l’Europa potrebbe presto iniziare a fare pressione sull’Ucraina per ottenere un ripensamento in tal senso.
Ogni ondata di attacchi aerei russi rende la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina più impegnative, restringendo al contempo le opzioni a disposizione del Paese. Senza gli aiuti militari cruciali degli Stati Uniti che rimangono bloccati al Congresso, e di fronte alle pressioni ipocrite ma probabilmente crescenti da parte delle capitali occidentali affinché Kyiv mantenga una linea morbida con la Russia sulle infrastrutture energetiche, nonostante la Russia stia decimando la rete elettrica dell’Ucraina, il percorso da seguire si presenta piuttosto tortuoso. Nel frattempo, i tanti ucraini che lavorano instancabilmente per mantenere i malconci sistemi energetici del loro Paese hanno una lunga strada davanti a loro.
Kyiv, invece di dover subire limitazioni artificiose alla propria capacità di contrattaccare, ha un disperato bisogno di ricevere adeguati sistemi di difesa aerea. Solo così l’Ucraina potrà proteggere le sue centrali elettriche dagli attacchi russi.