Sono almeno tre le spine nel fianco della leader del Pd.
La prima riguarda la vita interna del partito. E’ organizzato, da troppo tempo, in correnti che paralizzano l’elaborazione di una linea politica condivisa: invece di animare il confronto delle idee cristallizzano posizioni di potere cui nessuno vuole rinunciare.
Paralizzata dalle correnti
Affidare la scelta del segretario ai gazebo voleva essere un modo per superare questa logica. Appena insediatasi, Schlein aveva annunciato che si sarebbe liberata dai condizionamenti dei cosiddetti cacicchi. Ma questo non è avvenuto. Anche perché la leadership della segretaria è apparsa subito debole, incerta e priva del prestigio personale necessario per sbaraccare le correnti. Ci sono state scaramucce personali, come quella tra Schlein e De Luca. Ma senza apprezzabili risultati. Probabilmente Schlein avrebbe fatto meglio a ricorrere ad un forte strumento di pressione: dopo il successo riportato nei gazebo avrebbe dovuto condizionare l’accettazione della sua elezione alla segreteria con lo scioglimento di tutte le correnti sottoscritto dai vari capi delle repubbliche autonome interne al Pd.
Il malaffare che non risparmia il Pd
La seconda spina nel fianco non dipende da lei. Si tratta di episodi di malcostume e con gravi risvolti giudiziari in corso : la compravendita di voti ipotizzata dai magistrati inquirenti è un virus contro cui il Pd pensava di essere vaccinato per grazia ricevuta .Purtroppo nessun partito deve abbassare al guardia nei confronti di questo malaffare che ,per la verità, poco ha a che vedere con la i capibastone e cacicchi di cui parla Conte.
Troppa benevolenza verso Conte
E veniamo alla terza spina nel fianco di Schlein, una spina che si è conficcata da sola. E’ il rapporto con il M5S, nato male, con una sorta di complesso di inferiorità psicologica più che politica di cui Conte è ben consapevole e che utilizza a suo favore: fa e disfa gli accordi col Pd , impone i suoi candidati e mette il veto su quelli proposti dal resto del “campo largo”, dà pure lezioni di moralità e detta le condizioni per il suo “fidanzamento” con Schlein. Insomma, il leader dei grillini non dà mai una mano alla segretaria del Pd. Anzi non perde occasione per metterla in difficoltà. E lei, finora, non solo non ha saputo reagire a questo stillicidio ma continua mostrare benevolenza e comprensione nei confronti di Conte, indebolendo sempre di più il potere contrattuale del Pd verso il M5S.
Una segretaria in attesa di diventare leader
Insomma, la giovane segretaria non ha colpe per gli scandali che colpiscono il suo partito ma deve ancora dimostrare di essere una leader adeguata a risollevare le sorti di un partito che ha ambizioni cui non corrispondono scelte politiche conseguenti.