Il 2024 secondo Confapi. Dopo un primo trimestre, realmente non andato male, le stime dell’ufficio studi della Confederazione delle piccole e medie imprese italiane parlano di un 58,5% di imprese intenzionate a effettuare nuovi investimenti e il 74,7% dichiara che investirà di più rispetto a quanto fatto l’anno passato. Dallo studio risulta che Il 40,4% delle imprese investirà sino al 10% in più rispetto al 2023, mentre il 18% dall’11% al 20%. Significativa, 16,2%, anche la percentuale di imprese che effettuerà investimenti superiori al 20%. Tra gli ambiti di investimento preferiti dalle imprese campionate vi sono i mezzi di produzione 53,3%, i sistemi digitali 40,21%, il capitale umano 30,9%, la sostenibilità ambientale 29,5% e più di un quarto delle imprese intende anche investire in attività di ricerca e sviluppo. Particolarmente significativa anche la quota parte di imprese che investirà in materia di salute e sicurezza 18,1%.
Ottimisti più dei pessimisti
Sull’andamento dell’economia per tutto l’anno, prevale, sempre tra gli imprenditori, un leggero ottimismo rispetto a coloro che si aspettano una contrazione del mercato. Vi è però anche una percentuale significativa di imprese – il 30% – che prevede una situazione stabile rispetto al 2023. Nonostante vi sia un generale ottimismo sull’andamento dell’economia italiana nei prossimi mesi, vi sono ancora delle perplessità da parte delle imprese intervistate ad incrementare la forza lavoro nel primo semestre 2024. Infatti solo il 32,14% delle imprese manifesta intenzioni di assumere.
Figure professionali e orari
Anche perché il 62,6% delle piccole e medie industrie ha difficoltà a reperire figure professionali rispetto ai propri fabbisogni aziendali. Le aziende dichiarano di trovare difficoltà a trovare operai specializzati (48,7%), tecnici (31,4%), manodopera in generale (20%), informatici (9,1%) e figure apicali come manager o dirigenti (7%). Per quanto riguarda l’impiego degli straordinari in azienda: il 39,7% delle imprese non utilizza questo strumento, a fronte di un 24,4% che lo impiega in media tra le 2 e 3 ore settimanali, il 14,8% per una sola ora settimanale mentre il 13,3% che lo applica dalle 3 alle 5 ore settimanali. Soltanto il 7,6% lo utilizza oltre le 5 ore. Se ci fosse una detassazione adeguata delle ore di straordinario, il 66,2% degli imprenditori incentiverebbe maggiormente i lavoratori a dedicare più ore all’azienda.