“Non c’è fine ai combattimenti e per il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky le opzioni su cosa fare dopo – per non parlare di come vincere la guerra – vanno di male in peggio”. Lo ha scritto il Washington Post, secondo il quale la restituzione dei territori occupati dalla Russia con mezzi militari appare sempre più improbabile. Mentre l’intelligence britannica, nel report quotidiano, analizzando un caso di fuoco amico russo ritiene l’accaduto un fatto che ”evidenzia la mancanza di consapevolezza della situazione e di coordinamento tra gli elementi delle forze armate russe, dimostrando ulteriormente l’impatto indiretto delle azioni ucraine”. Sui campi di battaglia le armi non tacciono: da una parte e dall’altra si enfatizzano distruzioni e assassinii. Gli Stati Uniti mettono in guardia gli alleati sul fatto che la Cina sta intensificando il suo sostegno alla Russia fornendo, fra l’altro, intelligence geospaziale per aiutare Mosca. Mentre il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha ribadito: “non vogliamo una guerra tra la Russia e la Nato. Il modo migliore per prevenire qualsiasi escalation è un’efficace deterrenza.” Il cancelliere ha parlato alla conferenza dei Socialisti Ue (Pes) a Bucarest, evidenziando la necessità di “mettere da parte i gretti interessi personali e costruire un’industria della difesa forte ed europea”.
Guerra infinita
Secondo il quotidiano americano i colloquio con Vladimir Putin sarebbero politicamente “tossici” per il presidente ucraino. Lo status quo è “terribile”: gli ucraini muoiono ogni giorno sul campo di battaglia durante l’attuale situazione di stallo, ma anche un cessate il fuoco è un’opzione inaccettabile, in quanto darebbe alla Russia solo il tempo di aumentare le sue forze. Gli Stati Uniti non hanno ancora deliberato i promessi 60 miliardi di dollari di aiuti e la situazione di Zelensky sarebbe “disperata.” E’ senza denaro, senza armi e anche senza uomini. Un ambasciatore occidentale ha dichiarato anonimamente che “l’Ucraina non ha la forza per una nuova offensiva” e ha aggiunto: “se l’Occidente vuole la pace, non dovrebbe solo rispondere alle esigenze attuali dell’Ucraina, ma anche utilizzare il 2024 per fornire all’Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno in modo che nel 2025 possa passare all’offensiva e prendere il controllo di territori significativi.” Il che significherebbe mai la fine della guerra.
Syrsky: subiamo offensive continue
Al fronte la situazione “rimane difficile”. Lo conferma il comandante in capo delle Forze ucraine Oleksandr Syrsky: “Il nemico – ha scritto su Telegram il generale – sfruttando la sua superiorità aerea, missilistica e di munizioni d’artiglieria, sta cercando di raggiungere il confine amministrativo della regione di Donetsk. Il nemico continua a condurre azioni offensive giorno e notte, utilizzando gruppi d’assalto supportati da veicoli blindati. In alcune aree, sta cercando di condurre operazioni di assalto a piedi, a ondate, dal plotone alla compagnia, a volte al battaglione”. Ieri anche il governo del Tagikistan è intervenuto per respingere l’affermazione di un alto funzionario della sicurezza russa secondo cui l’ambasciata dell’Ucraina nella capitale tagika starebbe reclutando mercenari per combattere contro la Russia.
Strage di Mosca
La Russia torna ad attribuire la responsabilità dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca all’Occidente. Questa volta l’ha fatto l’ex Presidente Dmitry Medvedev che se l’è presa con il Presidente francese Emmanuel Macron e ha dichiarato: “i complici sono molti… si tratta di alti funzionari dei Paesi della Nato. Macron, per esempio. La sua retorica, le sue azioni e, soprattutto, le sue sanzioni per operazioni segrete con il regime di Kiev possono essere qualificate come complicità nell’attacco terroristico del 22 marzo”. “Per questo motivo l’amante delle ostriche e dello champagne si è talmente sputtanato – conclude Medvedev – da essere costretto a negare pubblicamente il coinvolgimento suo e dei suoi subordinati nell’attacco terroristico.”