venerdì, 28 Giugno, 2024
Economia

430 milioni di euro per migliorare le prestazioni energetiche di edifici della PA

Ogni anno interventi su almeno il 3% di 16 milioni di metri quadri

Per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili pubblici sono stati investiti 430 milioni di euro grazie al Programma di Riqualificazione degli Edifici della Pubblica Amministrazione Centrale (PREPAC), che ogni anno finanzia progetti con l’obiettivo di efficientare almeno il 3% dei 16 milioni di metri quadri di superficie. È quanto emerge dal report Enea riferito al programma per la riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale, che contiene l’analisi dei 310 progetti finanziati nel periodo 2014-2022 per riqualificare oltre 2,5 milioni di metri quatri (circa il 16% del totale), tra cui anche Palazzo Chigi.

Finanziamenti alti da Ministero Difesa

“Abbiamo condotto insieme al GSE un’attività istruttoria su 641 progetti presentati al 2022, di cui sono stati finanziati poco più del 48%, permettendo di riqualificare in media circa il 2% l’anno di superficie pubblica climatizzata”, spiegano Laura Ronchetti e Paolo Signoretti, ricercatori del Laboratorio Enea Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, tra gli autori del report. Lo studio evidenzia che i finanziamenti più elevati riguardano progetti presentati dal Ministero della Difesa, che ha anche il primato dei fondi complessivi assegnati (56% per un totale di 240 milioni di euro), con a seguire i ministeri dell’Interno (19%), dell’Economia (9%) e della Giustizia (6%).

Metà progetti in 4 regioni

Inoltre, il rapporto contiene un focus su 169 progettivalutati solo da Enea, pari al 55% delle 310 proposte finanziate complessivamente: ai primi tre posti per destinazione d’uso risultano caserme (470 mila metri quadri di superficie riqualificata), uffici (380 mila metri quadri) e penitenziari (261 mila metri quadri, l’8% della superficie totale delle case di pena). Circa la metà dei progetti riguarda edifici dislocati in quattro regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, e Puglia) e prevalentemente nelle zone climatiche D (37%), E (33%) e C (24%).

Riqualificazione energetica

L’intervento più frequente riguarda la riqualificazione energetica (63% dei casi e 75% della superficie totale), mentre le ristrutturazioni importanti, sebbene meno frequenti (37% dei casi), hanno maggiori ricadute in termini di emissioni di CO2 evitate (53% del totale) e di energia risparmiata (50%). I lavori più frequenti riguardano l’isolamento dell’involucro opaco, la sostituzione dei serramenti e l’efficientamento dell’impianto di illuminazione. L’analisi delle proposte finanziate a partire dal 2017 evidenzia come i risparmi totali attesi di energia primaria sono pari a 1,8 TWh mentre le emissioni totali di CO2 evitate sono circa 295 mila tonnellate.
“Nel corso dei circa dieci anni del programma, il numero di proposte pervenute ha subito una variazione altalenante e i risultati raggiunti non sono ancora pienamente in linea con gli obiettivi del Prepac che prevedono di riqualificare almeno il 3% all’anno della superficie climatizzata della Pubblica Amministrazione centrale”, spiegano Ronchetti e Signoretti.

La pandemia ha rallentato

“Tra i principali fattori che hanno influenzato il mancato raggiungimento del target – concludono – sicuramente la forte flessione in coincidenza del biennio pandemico, il basso livello di ammissibilità delle proposte presentate nel periodo antecedente alla pubblicazione delle Linee guida tecniche, ma anche il ricorso da parte delle Amministrazioni ad altri incentivi per la riqualificazione”. Secondo un’analisi Enea condotta sui dati contenuti nel portale del Siape, in Italia il 60% degli edifici pubblici o ad uso pubblico è classificato secondo le classi energetiche E, F e G. Le PA centrali che intendono partecipare al Prepac possono presentare le proprie proposte progettuali entro il 15 luglio di ogni anno. Per il decennio 2021-2030 le risorse finanziarie messe a disposizione dal Programma ammontano a 75 milioni di euro l’anno.

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