L’ Alleanza atlantica gode di ottima salute ma ha una pessima comunicazione.
I suoi valori, la sua importanza per la stabilizzazione degli equilibri mondiali sono ampiamente ignorati e l’immagine della Nato è spesso l’opposto di quella che dovrebbe essere.
Creata come alleanza difensiva, viene invece percepita come un’entità aggressiva.
Viene descritta come una sorta di super-stato con mire espansionistiche mentre la Nato è solo una associazione in cui i Paesi che vogliono chiedono di entrare senza pressioni e senza alcun condizionamento.
Lo stesso linguaggio usato per descrivere la crescita della Nato è fuorviante. Si dice che la Nato si è estesa ad Est. Non c’è alcuna estensione territoriale dell’Alleanza ma semplice adesione di Paesi che si aggiungono ad altri per sentirsi più sicuri ed evitare il rischio che i loro territori siano invasi da regimi aggressivi
I 12 paesi che 75 anni fa diedero vita alla Nato non volevano aggredire nessuno ma solo difendere le democrazie europee e nordamericane dalle concrete minacce dell’imperialismo sovietico.
Durante la Guerra fredda la Nato è stato il baluardo che ha protetto l’Europa occidentale dalle continue minacce sovietiche culminate con la collocazione nel 1976 dei missili SS20 con testate nucleari multiple puntati sulle capitali europee. La decisa reazione della Nato con 572 missili Pershing 2 e di missili da crociera dissuase il Cremlino dal compiere gesti dissennati.
Dopo la fine della Guerra fredda, la Nato ha accolto i Paesi che si erano liberati dal giogo di Mosca. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina l’Alleanza era considerata senza una prospettiva e in stato di “morte cerebrale”, secondo la dura espressione usata da Macron.
La politica aggressiva di Putin ha convinto Finlandia e Svezia ad entrare.
La Nato è entrata in una nuova fase della sua lunga vita. Deve fare ora un salto di qualità soprattutto nella prospettiva di un possibile disimpegno degli Stati Uniti, se Trump dovesse malauguratamente tornare alla Casa Bianca.
La Nato deve essere più eurocentrica e deve ridisegnare la sua struttura in armonia con il progetto di una difesa comune dei 27 membri dell’Ue che comincia timidamente a fare i primi passi. Si potrebbe anche immaginare una Nato che oltre ad avere il compito di difesa comune dei 32 membri abbia una geometria variabile. La componente formata dai 27 membri dell’Unione potrebbe darsi compiti più estesi nell’area mediterranea , mediorientale e africana a supporto di un’auspicabile politica estera europea finora inesistente.
Insomma la Nato è rinata dopo la guerra in Ucraina ma deve essere più ambiziosa e investire di più nella corretta comunicazione della sua storia, identità e missione.