domenica, 8 Settembre, 2024
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Il 40% dei cittadini europei ha un parere positivo sulla gestione della pandemia da parte dell’Ue

In un sondaggio esclusivo commissionato da Euronews a Ipsos è stato chiesto a 26.000 cittadini europei di 18 Paesi di esprimere la loro opinione su questioni chiave in vista delle elezioni europee di giugno. Più nel dettaglio, agli intervistati è stato domandato se ritenevano che nel corso degli anni della pandemia l’Unione europea avesse avuto un impatto positivo, negativo o né positivo né negativo nella lotta al Covid. Secondo l’indagine Euronews-Ipsos, circa il 40% degli europei ha dichiarato di avere un’opinione positiva sulla gestione pandemia da Covid-19 da parte dell’Ue. Ci sono però grandi differenze tra i Paesi dell’Unione europea: mentre in Portogallo il 74% dei cittadini ha un parere positivo sull’operato di Bruxelles, in Repubblica Ceca la percentuale scende al 24%. Gli intervistati con le opinioni più negative sul ruolo dell’Ue durante la pandemia si trovano in Romania, in Slovacchia e in Austria.

Dove si considera positivamente la risposta dell’Ue al Covid

L’indagine mostra che in Portogallo, in Finlandia, in Spagna, in Belgio e in Danimarca, oltre il 50% degli intervistati ha una visione prevalentemente positiva dell’impatto dell’Ue nella lotta alla pandemia. Complessivamente, mentre non vi sono grandi differenze tra uomini e donne, vi sono differenze in base all’età: circa il 47% degli intervistati di età pari o superiore a 65 anni ha espresso un giudizio positivo sulla gestione da parte dell’Ue nel periodo pandemico, rispetto al 41% di coloro che hanno tra i 18 e i 29 anni e al 36% di coloro che hanno tra i 30 e i 49 anni. Nel dettaglio, lo studio ha rilevato come gli over 65, più esposti al rischio di avere serie conseguenze per la salute, si sono sentite tutelate mentre i soggetti più giovani hanno risentito maggiormente delle restrizioni sulla circolazione imposte dai singoli Paesi.

Un pacchetto da 800 miliardi durante la pandemia

L’Ue ha mobilitato “un massiccio pacchetto di stimoli” da 800 miliardi di euro durante la pandemia, in parte basato su prestiti comuni, per aiutare le economie a riprendersi dalla crisi. Inoltre, secondo una relazione della Corte dei conti europea, l’Ue ha acquistato congiuntamente vaccini contro il virus, assicurandosi fino a 4,6 miliardi di dosi per un valore di circa 71 miliardi di euro entro la fine del 2021. Sebbene il lancio dei vaccini sia stato inizialmente criticato come “più lento rispetto a quello degli Stati Uniti e del Regno Unito”, la relazione dei revisori dei conti ha rilevato che la Commissione europea ha avuto “una leva limitata per superare le sfide di approvvigionamento”. Il blocco ha raggiunto l’obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti nel luglio 2021: il Portogallo, Paese dove gli intervistati hanno espresso il giudizio più positivo sull’impatto dell’Ue sulla pandemia, alla fine dello stesso anno aveva il tasso di vaccinazione più alto al mondo.

Dove si ha una visione negativa

Complessivamente, circa il 32% degli intervistati ha dichiarato di non avere un’opinione né positiva né negativa, mentre il 28% ha un’opinione negativa. Nello specifico, il sondaggio ha rilevato che i cittadini europei di cinque Paesi hanno un’opinione più negativa che positiva della gestione della pandemia da parte dell’Ue. Tuttavia, nei 18 Paesi la percentuale di rispondenti al sondaggio con un’opinione negativa è stata inferiore alla metà degli intervistati. In particolare, in Romania circa il 42% dei cittadini vede l’impatto dell’Ue sulla pandemia come negativo; anche in Slovacchia il 41% dei rispondenti ha dichiarato di avere un’opinione negativa; parere sfavorevole è stato espresso anche in Austria, dove il 40% dei cittadini ha manifestato un parere negativo sulla gestione pandemica da parte dell’Ue.

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